Sulle cartelline che presentano la gara in sala stampa, si legge Viktoria Plzen ed Europa League. Complice però l’assenza della stampa ceca, sembra di assistere alla continuazione del post-gara di Bergamo. Il ko con l’Atalanta ha lasciato (giustamente) il segno a Trigoria. Una sconfitta inattesa, non tanto nel punteggio quanto nel modo in cui è avvenuta, e quindi più dura da digerire. Il nervosismo che ne segue è tangibile. Come il rischio che l’impegno di questa sera, nonostante l’importanza che riveste ai fini del primo posto nel girone, possa trasformarsi in una delle prime due tappe di avvicinamento al trittico che, prima di Natale, farà chiarezza sul campionato della Roma. Toccherà a Dzeko e compagni fare in modo che la gara con il Plzen non riservi sorprese.
CHIUDERE I CONTI – Spalletti, nonostante i sorrisi forzati profusi in continuazione, è una corda di violino e come già accaduto in passato sposta l’attenzione sui media rei, secondo lui, di volere il caos e il male della Roma. Accuse che gli saranno valse qualche applauso sui social ma che non risolvono i problemi palesati dalla squadra. Il Plzen che si presenta nel solito Olimpico semideserto (poco più di diecimila i biglietti venduti), sostenuto da un migliaio di tifosi, per rimanere in corsa deve vincere o almeno non perdere se nell’altro match del girone Astra e Austria Vienna pareggeranno. La Roma ha soltanto un risultato in testa, la vittoria, per trasformare l’ultima gara in Romania in una gita di piacere. Ai giallorossi basterebbe anche il pareggio per essere sicuri della qualificazione ma se si vuole la certezza del primo posto nel girone (ed evitare d’incrociare nel turno successivo le reduci della Champions), servono i tre punti. Tra l’altro meglio ottenerli questa sera, senza doverli poi andare a cercare nell’ultimo match del girone che si colloca tra il derby e il posticipo di lunedì 12 dicembre con il Milan.
CAMBI LIMITATI – Proprio per questo motivo, il turnover questa sera dovrebbe essere limitato. Nella gara dell’andata Lucio stravolse la squadra con cinque novità tra cui Iturbe e Gerson. Stavolta dovrebbe limitarsi ad una semplice rotazione in mediana con Paredes per De Rossi e in difesa, dove oltre al solito avvicendamento tra Alisson e Szczesny in porta, dovrebbe tirare il fiato anche Bruno Peres a favore di Emerson. L’altro cambio pensato alla vigilia, El Shaarawy per Perotti, è venuto meno ieri pomeriggio quando l’ex milanista sul finale dell’allenamento si è fermato per un affaticamento all’adduttore sinistro e non è stato nemmeno convocato. Anche Totti è out, si rivede invece nella lista il belga Vermaelen che mancava all’appello dal 28 agosto. Nonostante la classifica non sorrida al Viktoria Plzen (tre punti in quattro partite, frutto di tre pareggi e una sconfitta), tecnicamente e tatticamente è sembrata la squadra più insidiosa del girone.
PERICOLO ALI – Gioca un calcio scolastico che rispetto alla gara di andata ha subito un’evoluzione. Dal 4-4-2, il tecnico Pivarnik ha virato su un 4-2-3-1 che rende sempre molto insidiosi i due esterni, abili a puntare l’uomo nell’uno contro uno. A settembre, Zeman creò spesso e volentieri la superiorità numerica sul lato di Peres e anche questa sera è l’avversario da tenere maggiormente sotto osservazione. Dietro non appaiono irresistibili con il terzino Matjeu che già all’andata è sembrato l’anello debole del reparto. La Roma ha bisogno di vincere. Per superare il girone ma per ritrovare soprattutto un minimo di serenità.