La Roma chiude l’anno con la vittoria numero 19 in 35 partite di campionato. È da sola dietro alle milanesi, ma dopo la grandinata rimediata a Bergamo domenica sapersi mostrare quasi asciutta nell’ultimo match del 2020 è il merito più immediato. Le classifiche che contano sono quelle di fine stagione: la Roma ha mancato l’ingresso in Champions nel campionato finito in agosto, adesso lo sta cercando e resta nella zona che conta, è terza, anche se le paure non sono passata: comanda tre quarti di partita, potrebbe segnare di più per evitare i brividi, non ci riesce e si perde per un terribile quarto d’ora, quando il Cagliari potrebbe addirittura sorpassarla.
La banda di Fonseca riesce però a trovare la forza e le giocate dell’inizio, si riallontana, comunque regala il 3-2 nel recupero. Quasi per ricordarsi che non è guarita del tutto. Fra i primi a rialzarsi dopo domenica c’è Jordan Veretout: cambia il risultato dopo 11′ con il settimo sigillo stagionale, ma anche Pedro, Cristante e Kumbulla fanno volare Cragno che ha sempre reazioni all’altezza.
Il raddoppio mancato ad inizio ripresa, ancora da Pedro, impaurisce i tifosi. La Roma si trasforma in peggio: da guerrieri a bambini, di nuovo. Quattro occasioni del Cagliari in una manciata di minuti, fra cui il pareggio di Joao Pedro e la traversa di Simeone. Senza Spinazzola a sinistra corre Bruno Peres e dall’altra parte Kardsorp è protagonista: due cross per le reti di Veretout e Dzeko. Il 2-1 del bosniaco è anche il segnale che la strizza è passata; il 3-1 di Mancini è anche il frutto dei cambi di Fonseca.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – P. Archetti