Che cosa avrà pensato Daniele De Rossi quando alle 8 di ieri Dan e Ryan Friedkin gli hanno comunicato l’esonero, non è difficile immaginarlo. Le stesse sensazioni provate in fondo dal predecessore José Mourinho nove mesi fa: amarezza, delusione, orgoglio ferito. E, come in un teatro in cui gli attori si invertono i ruoli sul proscenio di Trigoria, allo stesso modo il successore sulla panchina della Roma, Ivan Juric, incaricato dai proprietari qualche minuto dopo, ha reagito con gioia. Accettando col cuore gonfio di speranza la sfida Champions lanciata dai padroni americani.
Il nuovo allenatore ora è lui e la vita giallorossa continua, anche se tra continui colpi di scena e malumori di parte della tifoseria. E così, in una storia che si ripete, è andato in scena un altro “film” giallorosso con registi i Friedkin: all’improvviso (ma non troppo), le decisioni forti. Troppo pochi 3 punti in quattro gare secondo gli americani a fronte di una campagna acquisti faraonica. E, alla base della decisione, forse anche una gestione a livello mediatico ritenuta non soddisfacente delle situazioni legate ai casi Dybala e Zalewski.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. D’Urso