La Roma non è stata brillante a Empoli e non è stata feroce contro l’Hjk. Alla fine ha vinto entrambe le volte, allontanando le folate di disagio che si erano manifestate nella settimana precedente, ma non ha risolto tutti i problemi né cancellato le perplessità.
Per questo José Mourinho, con il solito pragmatismo, ha espresso le sue rimostranze sull’atteggiamento della squadra, che ancora denuncia enormi difficoltà nella costruzione del gioco e nell’efficienza realizzativa. Se non fosse entrato Dybala, la Roma avrebbe faticato a battere anche una piccola squadra finlandese ridotta in dieci uomini dal quarto d’ora del primo tempo.
La Dypendenza è un fattore quasi acclarato. Da un lato premia lo sforzo dei Friedkin, che hanno portato alla Roma il miglior calciatore dai tempi di Totti. Ma dall’altro stimola una serie di interrogativi: come mai gli altri campioni non sono ancora riusciti a sprigionare il loro potenziale?
Abraham ad esempio ha segnato 2 gol che aggiungono 3 punti alla classifica (+1 a Torino e +2 a Empoli) ma deve molto se non tutto a Paolino, come lo chiama l’allenatore, che gli ha sistemato davanti al naso due assist impossibili da sprecare. Per il resto ha giocato quasi sempre male.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida