Essere in tendenza sempre, su tutti i social. Essere l’argomento principale nelle radio, nelle chat, nei bar, tra gli amici: la luce dei riflettori, a Nicolò Zaniolo, è sempre piaciuta. Se l’è spesso anche cercata ma mai, almeno a Roma, c’era stata una tifoseria così compatta nei suoi confronti. In negativo, però. Perché al netto della condanna praticamente unanime su insulti a madre, sorella e anche a lui, Nicolò ha da giorni perso l’affetto di un ambiente che lo ha amato davvero tanto. «E pensare – la sintesi di uno dei tanti interventi nelle radio – che l’avevamo considerato l’erede di Totti». (…)
«Io ero tra quelli che gli avrei voluto dare la 10 di Totti. Avevo visto in lui una nuova luce, un nuovo ragazzo da amare e su cui puntare per il presente e il futuro». E invece… «Invece – il pensiero di un altro ascoltatore in un’emittente – siamo stati tutti vittima di un’allucinazione». C’è chi dice che dopo gli addii di Totti e De Rossi la Roma avesse «bisogno di aggrapparsi a qualcuno», chi sostiene Nicolò «perché le scritte contro di lui sono vergognose, ma è vergognoso anche il modo in cui ci ha mancato di rispetto» e chi pensa che «era inevitabile che finisse così: si è sempre sentito superiore a noi».
Dalle radio ai social, il mood non cambia: se su Instagram Zaniolo ha prima riaperto e poi richiuso i commenti alle sue foto, sua sorella Benedetta, diciotto anni, ha condiviso il pensiero di Gabboman, uno YouTube molto famoso tra i ragazzi: «Inseguire e minacciare di morte un giocatore è la cosa più schifosa che si possa fare, non ci sono scuse che giustifichino un gesto simile. Se ne vuole andare? Che se ne vada. Ricordatevi sempre che è solo un gioco. No alla violenza, in ogni sua forma». (…)
I tifosi che si invece limitano a esprimere giudizi si sono sentiti profondamente traditi dal comportamento di Nicolò, soprattutto la Curva Sud che ha sempre sostenuto il ragazzo nei momenti più complicati e che quel 25 gennaio 2020, alla vigilia del derby, era al Fulvio Bernardini con oltre mille tifosi e aveva srotolato uno striscione davanti alla squadra: «Vincete per Zaniolo». Tante manifestazioni di affetto per il giocatore, adesso invece tutti sono uniti tra critiche e tanta delusione. «In tutti questi anni lo abbiamo sempre difeso, anche sul lato privato, condannando invece chi cercava di destabilizzarlo. E’ questo il modo di ringraziarci?».
(…) Sui social spopola il tweet di Andrea Purgatori, noto tifoso romanista: «Mi sa che avevo ragione. Zaniolo ha proprio bisogno di una lezione di vita». Tanti tifosi la pensano come lui.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi
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