Ci sono vittorie e vittorie. Perché tutte regalano tre punti ma poi ci sono quelle che danno una consapevolezza dei propri mezzi, una fiducia e un’intraprendenza diversa. Tirana ne è un esempio. Milano potrebbe avvicinarsi. Vincere a San Siro in rimonta, soffrendo, finalmente contro una big del nostro campionato e in più sfatare un paio di tabù fastidiosi (tra i quali i 3 ko consecutivi con Inzaghi), è il viatico migliore per iniziare la lunga volata che porterà alla seconda sosta per il mondiale in Qatar.
Ma c’è di più: il successo di sabato potrebbe rappresentare lo switch mentale della stagione. Non sono passate inosservate le parole di Mancini ai compagni di squadra dopo il pareggio di Dybala: “Siamo più forti”.
Ma anche quelle di Mourinho una bella gara, sceso dal pullman mentre si abbracciava con uno steward del club e Giuseppe Virgili, collaboratore dello staff: “Bravi ragazzi, non abbiamo paura di niente, grandi palle”. Proprio quelle palle che secondo José erano mancate lo scorso febbraio a San Siro, sempre contro l’Inter, e che lo avevano fatto tuonare nello spogliatoio con una reprimenda seconda soltanto alla nottataccia di Bodø.
Poi le gare si possono vincere o perdere per dettagli ma quello che rimane è il risultato. E quelli della Roma, nei confronti diretti con le nobili del nostro campionato rispetto allo scorso anno, sono diversi. Nella passata stagione Mourinho non aveva racimolato un punto nei sei incroci con Inter, Milan e Juventus. Ora, dopo appena due gare, tra l’altro giocate entrambe in trasferta, è già a +4. Sinonimo di un cambio di marcia evidente visto che siamo ancora all’ottava giornata.
FONTE: Il Messaggero
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