L’obiettivo della Roma, in piena rincorsa, è quello di sempre. Dare un senso a questo secondo viaggio consecutivo, alla Dacia Arena contro l’Udinese dell’ex Del Neri, per mettere pressione alla Juve capolista che, pure nella prima giornata del girone di ritorno, scenderà in campo dopo i giallorossi, nel posticipo contro la Fiorentina al Franchi. Il mercato e l’emergenza, mai come oggi inseparabili, passano quindi in secondo piano: Spalletti, pur avendo dedicato gran parte della conferenza stampa al mancato arrivo del sostituto momentaneo di Salah (e del suo vice Iturbe, ceduto al Torino) e avendo realisticamente infranto qualsiasi altro sogno della piazza su un eventuale colpo da qui al 31 gennaio, ha voluto rendere merito a chi lo sta accompagnando nella sua nuova avventura a Trigoria. Si fida dei giocatori a disposizione e con loro sfiderà il vento contrario già messo in preventivo. Non lo troverà solo in Friuli dove, oltre a Florenzi (convalescente) e a Salah (in Coppa d’Africa), dovrà rinunciare a Perotti (infortunato) e a Rudiger e De Rossi (squalificati), ma nel ciclo delle 11 partite in 40 giorni (10 da oggi al 26 febbraio, più l’eventuale quarto di Coppa Italia). «Lì avremo problemi». Lucio non mette le mani avanti, ma ricorda il percorso con ostacoli ravvicinati: il gruppo non potrà far altro che moltiplicare gli sforzi.
TURNOVER SCONTATO – Spalletti, sulla gara di Udine, ha poco da dire. E da scoprire Lì ha allenato, conosce l’ambiente e anche il collega, pratico ed esperto, Del Neri. La Roma è chiamata a confermare la continuità mostrata dal 14° turno del girone di andata: 5 vittorie in 6 partite. E a concedere il bis fuori casa, come è già successo ad ottobre (prese i 3 punti al San Paolo contro il Napoli e a Reggio Emilia contro il Sassuolo). Da Marassi alla Dacia Arena sono 3 le novità, più o meno scontate: Manolas per Rudiger, Paredes per De Rossi ed El Shaarawy per Perotti, nel 3-4-2-1, con Peres ed Emerson sui lati e pronti ad arretrare da terzini. Il 2° miglior attacco (40 reti) è meno prolifico senza Salah (media gol scesa da 2,3 a 1,3). Ma Lucio, quando non lo ha avuto titolare, ha vinto 3 gare su 3 e non ha mai subito reti.
PANCHINA RIDOTTA – Ormai le assenze non incidono solo al momento di scegliere i titolari. Perché la rosa, incompleta già all’alba della stagione, è di fatto dimezzata e, di conseguenza, i ricambi sono insufficienti. Nella lista dei 20 giocatori partiti per Udine, Spalletti ha dovuto inserire 2 “primavera”: la mezzala Frattesi (prima convocazione) e il centravanti Tumminello (debuttò in A l’anno scorso con Garcia). A loro va aggiunto il terzo portiere Lobont, il fluidificante mancino Seck (nessuna presenza in campionato), il terzino sinistro Mario Rui (ancora in attesa di esordire in giallorosso) e Gerson (solo 4 partite e 130 minuti in questo torneo). Se l’allenatore sarà costretto a cambiare in corsa, dovrà per forza tener conto di qualche faccia nuova. Perché, oltre al portiere di scorta Alisson, avrà vicino solo 2 senatori arrugginiti: Vermaelen, appena recuperato, e Totti, usato l’ultima volta il 27 novembre contro il Pescara (giocò poi dall’inizio a Bucarest, in Europa League, contro l’Astra Giurgiu l’8 dicembre). Via con gli «straordinari», dunque, come ha detto Lucio, rivolgendosi ai presenti a disposizione e aspettando i rinforzi che, anche se non di prima qualità, sono numericamente indispensabili. Per il presente (2° posto) e per il futuro (coppe e corsa scudetto).