Riappare la Roma, nella notte che può cambiare la stagione. Il successo sull’Inter, 2 a 1 all’Olimpico, fa la differenza in classifica, sorpasso sulla rivale per il podio Champions e terzo posto riconquistato a 1 punto dal Napoli secondo, serve per il morale, dei singoli, a cominciare da Dzeko, del gruppo, fin qui discontinuo, e di Spalletti che sceglie la formula giusta per aggiudicarsi lo scontro diretto (è la sua prima vittoria casalinga in campionato contro i nerazzurri).
NUOVA VERSIONE – Sembra lontanissimo giovedì e non c’è da meravigliarsi della rotazione extralarge decisa dai due tecnici. Sia la Roma che l’Inter danno la priorità al campionato con l’obiettivo della partecipazione alla prossima edizione della Champions League. Spalletti si accontenta di cambiarne 4: dentro Szczesny, De Rossi, Florenzi e Dzeko. De Boer, invece, esagera arrivando fino a sette: Ansaldi, Miranda, Santon, Joao Mario, Medel, Perisic e Icardi. Interventi comprensibili e per certi versi scontati per puntare sulla freschezza e, ovviamente, sulla qualità di chi è rimasto a riposo in coppa. Il sistema di gioco è in partenza identico: il 4-2-3-1. Squadre, dunque, allo specchio. Ma i correttivi più evidenti, promessi dopo il ko di Torino, sono quelli del tecnico giallorosso. Peres torna a fare il terzino destro e Juan Jesus è di nuovo titolare a sinistra, coppia di esterni bassi già provata contro l’Astra Giurgiu in Europa League.
SVOLTA INIZIALE – Florenzi lascia la difesa e sale alle spalle di Dzeko: più che fare il trequartista aiuta l’attacco come guastatore. E, in fase di non possesso palla, va in pressing su Medel, con l’intenzione di limitare il play nerazzurro. Il gol di Dzeko, il 5° su 5 in casa e su volata straordinaria di Peres, agevola il piano di Spalletti. Che chiede ai suoi velocisti di sfruttare le ripartenze per colpire l’Inter che ripartire. Salah è la freccia che può chiudere il match, puntando Santon sul lato debole della difesa nerazzurra. Lì, come nell’azione del vantaggio, affonda anche Peres. Banega prende il palo interno, calciando forte da fuori, ma è Salah a sprecare, almeno indue casi, la chance per mettere al sicuro il risultato già alla metà del primo tempo: su verticalizzazione di Dzeko, colpisce il palo esterno, e subito dopo si fa chiudere da Handanovic.
ALTO GRADIMENTO – De Boer aggiusta l’assetto e usa in fase difensiva il 4-1-4-1 con Medel piazzato davanti a Miranda e Murillo. La situazione, però, non migliora. Il match è spettacolare: 22 conclusioni nella prima parte (12 della Roma e 10 dell’Inter), mai successo in queste 7 giornate della serie A. Szczesny è decisivo su Perisic e soprattutto sul sinistro al volo di Candreva. Manolas pulisce l’area piccola di testa e di piede, Fazio è sempre presente nel gioco aereo e Juan Jesus si fa apprezzare quando manda in porta Florenzi che indirizza però a lato. Miranda, a fine tempo, si pappa di testa il pari. Dzeko, dopo lo slalom più bello, non riesce ad angolare e Handanovic blocca. Il centravanti è fondamentale per il contropiede: difende palla e permette a Salah e ai compagni di buttarsi negli spazi. In mezzo al campo spopola fisicamente De Rossi. Joao Mario non entra in partita. Meglio Banega, sicuramente più intraprendente.
TURNOVER IN CORSA – De Boer, dopo un’ora, fauscire Joao Mario e Ansaldi che non sono ancora al top, dentro Gnoukouri e Nagatomo, il primo si sistema accanto a Medel, l’altro va a sinistra, con Santon spostato a destra. A metà ripresa fuori anche Candreva: tocca a Jovetic. Spalletti risponde con El Shaarawy per Salah che non gradisce. Banega, primo gol in A, pareggia, sfruttando il triangolo con Icardi e mettendo a sedere De Rossi. Ma la Roma non si deprime e conferma di avere il miglior attacco (16 gol) pure se il gol viene dalla difesa. Manolas, su punizione da destra di Florenzi, fa centro di testa (leggera deviazione di Icardi) e firma il successo, difeso con il 4-3-3, con Paredes in campo al posto di Perotti e Florenzi alzato a destra prima di lasciare nel finale a Nainggolan.