Un Dzeko formato Batistuta per ribaltare il Sassuolo e restare a due passi dalla vetta. La Roma, dopo il San Paolo, espugna un altro fortino (al Mapei Stadium solo vittorie sul campo) e diventa seriamente l’anti-Juve del campionato. A rovinare la seconda vittoria in trasferta, però, proprio nel giorno del ritorno in campo di Rüdiger c’è l’infortunio al crociato sinistro di Florenzi che è uscito al 38′ del secondo tempo in lacrime, rincuorato dai compagni. «Trauma violento distrattivo/distorsivo del ginocchio», la prima diagnosi ma l’esterno azzurro intorno alle due di notte si è sottoposto eccezionalmente a Villa Stuart agli esami strumentali con la paura che siano interessati i legamenti. «Difficile fare valutazioni, la rottura del crociato anteriore mi pare la meno probabile. Il ginocchio non è troppo gonfio e i test articolari sono stabili, un paio di elementi positivi», il parere del medico Del Vescovo.
Il pianto di Florenzi («Mi sono rotto tutto, mi sono fatto il crociato», urlava mentre usciva dal campo), con il quale Spalletti ha parlato a lungo negli spogliatoi cercando di calmarlo, ha concluso nel peggiore dei modi la bella rimonta della Roma che nel primo tempo era andata sotto di un gol (12 volte su 15 partite i giallorossi hanno subito reti) a causa della solita disattenzione difensiva. Poi ci ha pensato Dzeko che con 10 gol nelle prime 10 gare ha eguagliato il Batigol dello scudetto (ed è il bomber più prolifico dei 5 maggiori campionati d’Europa). Il bosniaco si è preso pure il rigore del 1-2 ed entrando quindi in 15 reti su 26 della Roma di Spalletti che eguaglia il record di Foni nel 1960/61 (26 gol nelle prime 10 giornate). «Vorrei che la Roma facesse subito la partita anziché reagire dopo il gol. Sembrava un corteggiamento, ma non dobbiamo corteggiare il successo».