Quando si pensava che il passato fosse in archivio, rieccolo, all’improvviso, come un pugno in faccia. Nel lontano Polo Nord, dove fa freddo e i campi sono in erba sintetica, dove gioca una squadra, il Bodø, che la Roma proprio non riesce a battere, si sono rivisti i vecchi tentennamenti: tre partite contro i norvegesi (due del girone, una dei quarti di finale di Conference), due sconfitte e un pareggio, dieci gol subiti e quattro realizzati.
La quarta sfida contro la squadra di Kjetil Knutsen, quella decisiva, c’è giovedì prossimo ed è già sufficientemente elettrica: l’Olimpico aspetta, pieno di speranza, la Roma è avvolta nel suo sentimento di vendetta, che dovrà produrre una prestazione ragionata e non solo emotivamente frenetica. Le motivazioni del gruppo di Mou, e lo abbiamo capito anche dopo le polemiche nel post gara di giovedì, sono alte, ma come ci arriva la squadra di Mou all’appuntamento, sotto il profilo tecnico e fisico? E cosa servirà per vincere, ricordando che non sarà sufficiente l’1-0?
A Bodø si sono riviste alcune fragilità che abbiamo imparato a conoscere nel corso della stagione: un passo lento, i cambi che non cambiano marcia, la deconcentrazione che fa saltare tutti i piani, la perdita di autostima – e la paura – nel momento clou, caratteristiche che sembravano scomparse dopo le brillanti prestazioni contro Lazio e Sampdoria, oltre alla striscia positiva in campionato cominciata dopo la sconfitta contro la Juve. E inoltre è comparso – specie in alcuni elementi – anche un pizzico di stanchezza, ovvia in questa fase della stagione, specie per una squadra costretta ad andare avanti più o meno sempre con gli stessi elementi.
Ciò che torna evidente è la mancanza di alternative all’altezza, vecchia teoria di Mourinho. Certi problemi – alla luce degli ultimi risultati – erano stati nascosti come la polvere sotto il tappeto. Se Mourinho decide, come a Bodø, di far rifiatare Micki, uno dei migliori, non trova in alternativa chi possa cambiare marcia, senza abbassare il livello.
Zalewski è come un angelo piovuto dal cielo, ha tamponato il buco a sinistra, ma pure lui ha bisogno di un alter ego e Viña, come dimostrato fino a questo momento, non lo è. E siamo a due esempi, senza trascurare la questione Zaniolo che poteva essere utile come cambio, ma Mourinho se lo è perso per strada. La rosa è numericamente ampia, ma la qualità non è per tutti. La Roma non è per tutti.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni
https://youtu.be/ob3iHWdoMQ8