Matta Roma che ci hai fatto dubitare per troppo tempo, dov’era la bellezza ammirata ieri sera nei caldissimi giorni scorsi passati tra imprecazioni e crisi di panico, tra una sconfitta col Bologna e un balbettante pareggio col Chievo o magari l’Atalanta? Dov’era questo Dzeko, dov’erano Kluivert e Ünder, dov’era questo 4231 e dov’era quest’organizzazione difensiva, dov’erano queste rotazioni in mezzo al campo e questi inserimenti offensivi, dov’erano i rientri degli esterni e le sovrapposizioni dei terzini, dov’era nascosta la forza che sapevamo esserci e non vedevamo più? Sembra un anno fa, ma sono passati appena sette giorni dalla sfida col Frosinone e dal terrore che avevamo negli occhi mentre camminavamo lungo viale dei Gladiatori prima della partita e nelle nostre teste Ciano e Crisetig assumevano fattezze da orchi, spaventosi quanto difficili da (ab)battere. E invece, sette giorni e tre partite dopo, ci ritroviamo qui a leggere della crisi del Real Madrid, mentre la Roma ha segnato dodici reti facendosene una da sola (al derby), ritrovando un sistema di gioco autorevole, una squadra che corre, un gruppo di giocatori affidabili e un tecnico brillante.
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