Le motivazioni, nel calcio, come nella vita, sono tutto. Ecco perché i tifosi possono essere certi che Rui Patricio darà il massimo nella sua avventura alla Roma. A trentatré anni il portoghese vuole ancora “crescere e migliorare“, vincendo titoli e misurandosi in un nuovo campionato di livello. Insomma, la carta d’identità sia per il portiere che per la Roma non ha valore se gli stimoli sono ancora quelli di un ragazzo che aspira a rimanere al top.
Del resto la chiamata di José Mourinho funziona meglio di qualsiasi medicina “anti age”. Lo Special One lo ha voluto a tutti i costi, anche quando la Roma aveva bloccato Pierluigi Gollini: le prestazione con il Wolverhampton ma anche quelle con la sua nazionale hanno convinto la dirigenza a investire su di lui ben 11,5 milioni più bonus: “Quando ho accettato la Roma è stato per l’importanza del club ma anche perché sapevo chi era l’allenatore, un tecnico che volevo. È un onore per me rappresentare e difendere questa squadre e giocare per Mourinho“.
In giacca e cravatta, come nelle prime foto scattate a Trigoria lo scorso 13 luglio, ieri Rui Patricio si è presentato in conferenza stampa: “È un orgoglio rappresentare questa società. Sono qui per dare il meglio e aiutare la squadra a raggiungere importanti obiettivi“.
Rui Patricio si è tagliato le vacanze per cominciare a lavorare subito a Trigoria. È sbarcato nella capitale lo scorso 18 luglio insieme alla moglie e ai due figli e dal giorno seguente è sceso in campo con Nuno Santos: “I primi giorni sono andati benissimo e sono stato accolto molto bene da tutti. Da parte mia prometto il massimo impegno, cercherò di adattarmi il prima possibile alla squadra e al calcio italiano. Solo così tutti insieme possiamo aspirare a vincere e a raggiungere gli obiettivi“.
Sarà fondamentale il feeling che si andrà a creare tra il portiere e la difesa: “La comunicazione è molto importante. Sto imparando già le parole chiave per trovare un’intesa con la difesa e come aiutarli per far sì che possano fare del loro meglio”. Un grande aiuto glielo sta dando proprio Nuno Santos, che quando è in campo parla soltanto in italiano (studiato in tempo record) per far imparare immediatamente al neo arrivato le parole principali.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi