Senza Rensch e con una giornata di squalifica che gli sta per cadere addosso in Europa League per il giallo incassato a Oporto, Alexis Saelemaekers si scalda per giocare titolare contro il Parma. Una scelta obbligata: Ranieri praticamente non ha altre possibilità. Il belga, archiviato un periodo d’oro, sta vivendo un momento poco brillante, quasi di assestamento. Allo stadio do Dragão non ha convinto perché non riusciva a trovare il passo giusto in una partita sporca. Del resto, è più uno da violino che da chitarra elettrica.
Anche a Venezia non è riuscito a incidere come al solito, tornando tra parentesi a giocare a sinistra. Da qui a dire che qualcosa si è inceppato probabilmente è troppo, però Saelemaekers stava abituando bene i tifosi della Roma. Basta vedere il rendimento tra dicembre e gennaio, quando ha impresso sull’almanacco 4 gol e 3 assist. Numeri che all’Olimpico, lì sulla fascia destra, non si vedevano da una vita o giù di lì a causa delle prestazioni senza mordente di Karsdorp, Kristensen e Celik, oltre all’esperimento fallito del dirottamento di Zalewski sull’altra corsia.
Saelemaekers ha convinto l’uomo più importante: Ranieri. L’allenatore, infatti, lo vuole confermare nella rosa della Roma del futuro puntando sul “contratto d’onore” stilato con il Milan, che ha portato allo scambio con Abraham in estate. L’affare, impostato inizialmente su un trasferimento dei cartellini a titolo definitivo (più un conguaglio economico), si è invece chiuso con la formula del prestito secco, un piano B per non far saltare in extremis l’operazione tra due giocatori che avevano concluso i loro cicli.
Saelemaekers rientrava dal Bologna, mentre Abraham aveva intenzione di cambiare aria dopo un periodo no in giallorosso. Ranieri è stato chiaro svelando l’intenzione di Roma e Milan di onorare la parola data, cioè il desiderio di concretizzare l’accordo a titolo definitivo a stretto giro. Quando arriverà la fumata bianca non si sa. Però è certo che Ghisolfi è al lavoro da settimane per acquistare Saelemaekers.
Il Milan non ha fretta e valuta il belga non meno di 20 milioni. Una cifra importante che la Roma conta di abbassare con il costo del cartellino di Abraham (almeno 15 milioni), attaccante che in rossonero è la riserva di Santiago Gimenez. Prima ancora era il vice Morata. L’inglese, quando è stato chiamato in causa, non ha steccato: vedi il gol decisivo nella finale di Supercoppa Italiana contro l’Inter; la doppietta da ex in Coppa Italia e le reti realizzate in Champions League.
Insomma, a Milano sta portando avanti una stagione più che buona considerando che è una seconda scelta. La Roma non si vuole svenare perché conta di arrivare a dama partendo dal fatto che il valore dei due giocatori non è così lontano. Va considerato inoltre lo stipendio extra large di Tammy che si porta a casa circa 9 milioni di euro lordi. Un ingaggio fuori budget nel nuovo corso della famiglia Friedkin: la missione è di abbassare il monte ingaggi per operare meglio sul mercato, senza tra l’altro creare invidie e problemi dentro lo spogliatoio.
FONTE: Il Corriere dello Sport – L. Scalia