C’era solo un’avversaria inedita, fra le 7 possibili, e la Roma ha pescato proprio quella: sarà il Salisburgo l’ostacolo verso gli ottavi di Europa League. Andata il 16 febbraio in Austria, ritorno il 23 all’Olimpico contro una squadra che ha twittato: “Saranno due grandi partite! Felici di giocare contro il più grande club di Roma“, uno zuccherino per i giallorossi battuti nel derby, una stoccata alla Lazio travolta 4-1 a Salisburgo nel 2018, con 4 gol in 20 minuti, ed eliminata nei quarti di EL.
Il miglior risultato europeo, quella semifinale poi persa ai supplementari col Marsiglia, da quando (2005) è arrivata la Red Bull a cambiare la vita di un club che aveva perso una finale Uefa (1994, doppio 0-1 con l’Inter) e vinto 3 campionati, poi ha conquistato altri 13 “scudetti” (uno dei quali nel 2007 con Trapattoni in panchina), gli ultimi 9 consecutivi.
Il Salisburgo punta al 10°, è primo a +4 sullo Sturm Graz, con la forza dei suoi giovani: l’austriaco di origini nigeriane Adamu, un 2001, già 11 gol stagionali, lo svizzero-nigeriano Okafor, classe 2000, che ne ha segnati 10 (anche a Milan e Chelsea), e lo sloveno del 2003 Sesko, 6 reti stagionali, già acquistato dalla “casa madre” Lipsia e lasciato in prestito.
FONTE: Il Corriere della Sera – M. Perrone