L’occhio del «Faraone» si è abbattuto sul ladro. Poi uno scatto fulmineo. E un placcaggio degno di una terza linea del rugby. Il movimentato pomeriggio vissuto da Stephan El Shaarawy rassicura l’allenatore giallorosso Paulo Fonseca sulle condizioni fisiche del giocatore, rientrato da Shanghai un mese fa. Il furto sventato dall’attaccante romanista certifica lo stato di forma. Se domenica prossima dovesse tornare in campo e inseguire il goal con la stessa perseveranza con cui ha braccato il ladro che ha maldestramente cercato di rubargli la macchina, i difensori dell’Udinese non avranno vita facile.
Lontano dai campi da calcio, in via Sudafrica, il calciatore Stephan El Shaarawy ha inseguito e raggiunto un ladruncolo cileno. Il ragazzo, già noto alle forze dell’ordine, è stato poi arrestato dagli agenti in borghese del commissariato Esposizione. Ieri, poco dopo le 17, l’indagato ha infranto il vetro dell’automobile dell’attaccante. Secondo gli inquirenti, il pluripregiudicato di 35 anni avrebbe voluto rubare la Lamborghini rossa del «Faraone». Ma il giocatore, nonostante stesse giocando alla PlayStation nella villa del calciatore dell’Arezzo Alessio Cerci, si è accorto della faccenda mettendo in fuga l’uomo.
Non contento lo ha inseguito per diversi metri. I passanti che ieri, in zona Eur, hanno assistito al mancato furto hanno attirato l’attenzione dei poliziotti che sorvegliano le strade della Capitale. Vestiti in abiti civili, due agenti sono intervenuti dando man forte al calciatore che, nel frattempo, ha raggiunto e bloccato l’indagato. Sventato il furto del suo suv, il numero 92 della Roma si è allontanato borbottando con alcuni testimoni che lo avrebbero sentito lamentarsi per l’improvvisa interruzione della partita disputata al videogame.
La faccenda non è passata inosservata, finendo anche sul web, tra scherzi e illazioni sulla positività dell’indagato, complimenti e sfottò in pieno clima da stadio, se solo gli stadi fossero aperti. Il trentacinquenne è invece stato fermato. È accusato di furto aggravato.
FONTE: Il Tempo – A. Ossino