La vita di uno spogliatoio si misura col termometro della sopportazione reciproca. Non esiste, nel calcio, un’armonia vera e propria. Chi immagina rose e fiori si sbaglia di grosso. La differenza la fa il controllo dell’emotività e delle diffidenze. Se non si arriva a un patto si scolla tutto. Dzeko, con la sua apertura alare, sembrava poter raccogliere l’eredità di Totti. Ma né l’uno né l’altro avevano la stoffa per essere dei veri capitani. Troppo solisti per dirigere anche l’orchestra (…).
Ora sappiamo che non se ne è andato ieri, ma mesi fa. Approdare all’Inter per una stagione in più di contratto, a 35 anni, può sembrare irriverente verso il suo ex club. Ma mettetevi un po’ nei suoi panni. Eticamente si può discutere, professionalmente, per quel che gli resta da giocare ad alto livello, forse no (…). Se stiamo vivendo da anni il dopo-Totti, con tutto ciò che ne sta conseguendo, speriamo di non dover anche iniziare a vivere il dopo-Dzeko. Sarebbero guai automatici.
FONTE: La Repubblica – E. Sisti