Quando per una sosta in 15 lasciano Roma, l’augurio è che tornino tutti sani dagli impegni con le loro nazionali. L’ultima cosa che ci si poteva attendere, invece, è di ricevere cattive notizie da quei pochi che erano rimasti a popolare Trigoria. E invece è andata proprio così. Oltre alla sparizione senza fine di Smalling – riapparso ieri sui social dei club soltanto in un post di auguri per i suoi 34 anni -, è arrivata la notizia di un nuovo stop per Renato Sanches.
Il centrocampista in prestito dal Paris Saint-Germain ha saltato gli ultimi due allenamenti, a causa di un fastidio muscolare. Nessuna lesione, ma le sue condizioni verranno monitorate nelle prossime ore. Teoricamente, non essendoci lesione, Renato potrebbe anche essere convocato domenica, per la sfida in programma all’Olimpico contro l’Udinese, ma dipende ovviamente da quando il portoghese tornerà a lavorare con i compagni. (…)
Nel frattempo però, Mourinho ha avuto modo di riabbracciare alcuni di quelli che erano partiti. Nella seduta del mercoledì mattina, infatti, José ha potuto lavorare in campo di nuovo con: Lukaku, Mancini, Cristante, El Shaarawy, Aouar e Rui Patricio. Il resto della banda dovrebbe tornare a disposizione dello Special One già questa mattina, fatta eccezione per i due argentini, Paredes e Dybala, che alle prime luci dell’alba atterreranno a Fiumicino, per poi recarsi al Fulvio Bernardini con ogni probabilità nel pomeriggio.
A proposito dei due campioni del mondo, entrambi hanno avuto modo di commentare, prima di salire sul volo che li ha riportati in Italia, quanto accaduto nella notte tra martedì e mercoledì, con gli scontri tra polizia e tifosi che hanno preceduto la sfida – poi vinta dall’albiceleste – tra Brasile e Argentina. «Quello che è successo è una vergogna – ha detto Dybala -, in Brasile capita spesso. Le parole di Scaloni su un possibile addio non ce le aspettavamo. Ora torniamo a pensare alla Roma». Gli ha fatto seguito Paredes: «Quanto accaduto sugli spalti si è trasferito in campo e non è mai buono. Ci godiamo però la vittoria storica». (…)
FONTE: Il Romanista – S. Valdarchi