Ohibò. Ieri la giornata è cominciata con quella che in italiano si definisce interiezione, e cioè un’esclamazione onomatopeica che qui rappresentiamo così, con “ohibò”, poi ognuno traduca meglio con l’espressione che ritiene più adeguata al caso. Sta di fatto che la consueta rassegna stampa mattutina ci ha fatto sobbalzare. Perché mentre nelle nostre pagine traducevamo il momento storico della società giallorossa con l’immagine di un sole splendente sia per i bilanci aziendali sia per le prospettive sportive, uno schiaffo sottoforma di carta colorata ci ha riportati alla dura realtà: «As Roma in rosso con debiti a 220 milioni».
Ohibò. E tre. Vuoi vedere che non ci abbiamo capito niente? Ma dov’è lo sgup del “Sole 24 Ore” e del suo autorevole opinionista Dragoni se quelle stesse cifre sono a pagina 1 del progetto di bilancio (in via di approvazione) appena presentato dalla AS Roma come il miglior bilancio della sua storia recente? Così ci addentriamo nella lettura e “scopriamo” che secondo Dragoni «si sono accentuate alcune criticità strutturali». Perché «i debiti hanno continuato a salire, da 192,5 milioni a 218,8 milioni e così facendo hanno quasi raggiunto il fatturato-record di quest’anno» (ricavi per 250,87 milioni).
Certo, messa così non l’avevamo considerata. Eppure c’è qualcosa che non torna. Ma se lo scorso anno il bilancio della Roma presentava un indebitamento di 192 milioni su 175 di ricavi e ora l’indebitamento è a 218 su 251 di ricavi, l’indebitamento si può sostenere sia salito o sia sceso? È come se un padre di famiglia che guadagna 2000 euro al mese riceve un aumento consistente di 500 euro/mese e a quel punto chiede un prestito per acquistare il motorino al figlio con una rata mensile di 180 euro al mese: quella famiglia sarà più ricca di prima dell’aumento o si potrà davvero sostenere con aria funerea che ha una rata in più da pagare rispetto al mese prima? (…)
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