Nello stadio dove si disputò quella del 196, giochiamola noi oggi un’Olimpiade. E non solo una partita di calcio. E non solo la risposta dell’Inter alla vittoria del Milan, con il portabandiera Antonio Conte chiamato a rialzarsi dopo lo stop di Genova, all’inizio di otto giorni clou fino alla sfida con la Juve. E il collega portoghese, Paulo Fonseca, che ha pianificato l’operazione aggancio. Come credere che una telecamera fissa non seguirà Dzeko e De Vrij?
Alzate il pallone e vediamo chi la spunta. Perché si fa peccato a pensare che l’attaccante della Roma e il difensore dell’Inter siano “limitati” al gioco aereo. Ma quel fondamentale è una chiave tattica decisiva del match, vuoi per le sponde e la capacità di scaricare sui trequartisti del bosniaco, vuoi per le doti straordinarie di lettura difensiva dell’olandese. Che, per intendersi, nelle nove occasioni in cui ha affrontato il romanista, non ha mai concesso neppure una rete.
Spostate lo sguardo nell’altra area. Lukaku e Smalling è una gara da pesi massimi, fossimo nel pugilato. Meglio ancora: sollevamenti pesi, perché c’è pure chi sfiora la tripla cifra sulla bilancia. Sono stati compagni a Manchester, si conoscono alla perfezione, uno (Smalling) ha pure provato a convincere l’altro a sposare la dieta vegana (ma Lukaku invece è un fan della proteica, la bresaola diet la chiamano in Inghilterra).
Il duello è da prima pagina. Di quanto l’Inter dipenda da Romelu sono piene le librerie, di quanto la Roma abbia inseguito Chris fino all’ultimo secondo di mercato… pure. È in partite così che gli assi si misurano. È nella capacità di «sollevare» il livello delle rispettive squadre: risposte cercansi, risposte in arrivo.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – D. Stoppini