Incontro in Campidoglio fra il presidente della As Roma, Dan Friedkin – accompagnato dal Ceo, Guido Fienga, e dal capo dei “Government Affairs”, Stefano Scalera – e il sindaco, Virginia Raggi. Dopo la decisione della Roma di fermare il progetto Stadio di Tor di Valle, la società aveva chiesto un incontro al sindaco. Che c’è stato ieri mattina, intorno alle 11.
Formali cordialità a parte, la Roma ha ribadito la volontà di realizzare uno stadio di proprietà e ha spiegato nuovamente, dopo la telefonata di annuncio di venerdì scorso, le motivazioni dell’addio a Tor di Valle. Poi, poco altro. La “lista delle aree” non sarebbe stata richiesta. Anche se è quella che tiene banco da alcuni giorni. Stando al Piano Regolatore ci sono poco più di 260 aree destinate a «verde pubblico attrezzato», cioè ad ospitare impianti sportivi. Solo che uno stadio non è un campo da calcetto e occupa una superficie che va dai 40 ai 55 mila metri quadri. Cui ne vanno aggiunti altri 100mila minimi per quei servizi obbligatori (parcheggi, verde, strade).
Insomma, aree dentro Roma da almeno 150milametri quadri, dove edificare uno stadio senza dover fare varianti urbanistiche, sono davvero poche. Che poi abbiano anche una rete di infrastrutture almeno iniziale, sono ancora meno. Al momento, le più gettonate paiono Tor Vergata e Pietralata. Oltre a Tor di Valle che resta in lizza. Nessuna di queste è perfetta: Tor Vergata, dove ci sono le Vele di Calatrava, è già con destinazione sportiva.
Ma le infrastrutture sono poche. Vero che la Regione ha chiesto 200milioni di euro dal Recovery Fund per prolungare la metro A e che il Comune ha chiesto i soldi al Ministero delle Infrastrutture per portare fino a Tor Vergata l’attuale trenino della Casilina. Però si tratte di opere le cui tempistiche sono decisamente più lunghe rispetto al desiderio dei Friedkin di volere aprire lo stadio entro 4 anni. Pietralata ha una rete di trasporto più sviluppata: Tiburtina e Quintiliani come fermate della metro B, più la stazione Tiburtina dove transitano tre linee regionali più l’alta velocità. E c’è a un km la bretella urbana della Roma-L’Aquila, la Tangenziale Est e via dei Monti Tiburtini.
Ma occorre una variante urbanistica. Sia Pietralata che Tor Vergata hanno l’incognita archeologia che, invece, non hanno i 120 ettari circa dei fratelli Masi a Massimina che sono già stati esplorati. Sono vicini al Raccordo e all’Aurelia e la ferrovia per Civitavecchia passa a pochi metri. Ma vanno realizzati svincoli, stazione dedicata e va fatta la variante urbanistica.
Dalle carte, poi, emergono altre ipotesi: il Gazometro che, però, è troppo piccolo, non ci sarebbe spazio per i parcheggi e la via Ostiense non sarebbe assolutamente in grado di assorbire i volumi di traffico. Poi, ancora, Tre Fontane all’Eur, dove gioca la Roma femminile, sarebbe suggestivo ma l’area è di proprietà mista Eur e Comune e con la presenza del Centro di preparazione nazionale del Comitato italiano Paralimpico. Ma siamo solo al giorno zero: ci vorranno ancora settimane per avere indicazioni più chiare.
FONTE: Il Tempo – F. M. Magliaro