Il sorriso raggiante di Mourinho all’arrivo all’aeroporto sabato ha preso un po’ in contropiede tutti quelli che pensavano di poter alzare i toni del pre-campionato investendo di nuovo sul rinnovato conflitto tra Tiago Pinto e Mourinho. Sia chiaro, la dialettica interna tra i due è forte e ha portato spesso a qualche tensione che a un certo punto nella scorsa stagione ha spinto in molti a pensare (anche chi scrive) che difficilmente avremmo rivisto ai blocchi di partenza sia l’allenatore sia il generai manager, ma ciò che gli improvvisati sceneggiatori di casa nostra non considerano è che la vita e le professionalità possono incidere in maniera meno banale e scontata dei racconti parziali degli improvvisati (e spesso autonominati) uffici stampa di questo o quello.
Per cui Tiago (che rientrerà domani) e José stanno continuando a confrontarsi, magari a volte, chissà, anche in maniera aspra, ma da uomini di campo (cit.) e professionisti di primo livello continuano anche a lavorare con un unico obiettivo: quello di far stabilire la Roma definitivamente nel giro buono del calcio italiano. (…) Il capolavoro è stato valorizzare al massimo i gioiellini usciti dal settore giovanile, assolvendo così a degli obblighi che la società è stata costretta ad ottemperare con l’Uefa pur di non perdere la competitività agonistica. (…)
Ci si attende ora un salto di qualità per la seconda parte del mercato, che speriamo possa vedere la Roma protagonista almeno in quattro operazioni: un centrocampista/tuttocampista in grado di cambiare marcia in un settore del campo in cui abbondano passisti privi di spunto, un attaccante di primo livello se dovesse fallire l’operazione Scamacca o affiancarlo nel caso in cui arrivassero offerte per Belotti, un difensore qualora venisse ceduto Ibanez e un esterno se Spinazzola dovesse salutare il gruppo. (…)
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco
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