L’universo romanista, dopo aver sofferto per l’addio di Manolas, ha scoperto subito un nuovo grande amore, Chris Smalling, mentre quello partenopeo, sorprendentemente, ha verificato come l’alchimia tra il greco e Kalidou Koulibaly debba essere ancora trovata, anche perché il rendimento del senegalese in questo avvio di stagione è stato inferiore ai suoi standard. Una cosa comunque è certa: la corsa alla qualificazione in Champions per Roma e Napoli passa dai piedi dei due giganti.
E se a Trigoria prima la difesa sembrava il punto debole della squadra, con l’arrivo di Smalling è tornato il sereno. Con lui in campo la squadra di Fonseca ha subito 5 gol in 7 partite stagionali, con l’inglese che si è anche iscritto nel tabellino dei marcatori mercoledì scorso contro l’Udinese.
Tanta rabbia e voglia di rimettere in piedi le ambizioni scudetto, invece, le ha Koulibaly. Il senegalese non ha ancora raggiunto la forma migliore e le sue prestazioni non sempre sono state impeccabili. Koulibaly è nervoso, come mai prima, tatticamente è persino disordinato, e parte dei 13 gol subiti nelle 10 partite di campionato lo coinvolgono. Il gigante buono vive un momento particolare, la critica gli sta risparmiando poco.
I suoi errori sono stati determinanti nelle due sconfitte finora rimediate dal Napoli. Contro la Juventus, la sua autorete nel recupero causò la prima delusione. Contro il Cagliari, invece, si fece sorprendere dalla ripartenza di Nandez e dal colpo di testa vincente di Castro. L’ultimo in ordine di tempo, poi, l’ha commesso contro l’Atalanta, sbagliando il tempo dell’uscita in occasione del pari di Ilicic. Incertezze continue, determinate anche dalla poca serenità.
FONTE: La Gazzetta dello Sport