Il problema principale della Roma? Se stessa. Contro il Pescara è andata in onda l’ennesima replica di un film ormai più noioso della fantozziana «corazzata Potemkin», dove i giallorossi hanno prima illuso gli spettatori di aver chiuso la partita e poi puntualmente hanno concesso agli avversari la possibilità di rientrare in gioco. Il confine tra la vittoria ottenuta e il pareggio sfiorato è stato davvero labile, ma Spalletti ormai non sa più come rimediare al «vizietto» dei suoi. L’ottimismo in vista della Lazio è legato all’importanza dalla partita. Di solito, infatti, gli improvvisi black out dei giallorossi si verificano in sfide teoricamente più facili e dal punto di vista della tensione non c’è partita come il derby che ti fa restare sulle spine per 90 minuti.
Non mancano di certo altri spunti per alzare il livello dell’ entusiasmo, a cominciare dalla frenata juventina di Marassi che sulla carta ha riaperto il campionato. Nella psicologia della stracittadina, ovviamente, avrà un peso il risultato di sabato prossimo allo Stadium torinese, dove salirà l’incredibile Atalanta di Gasperini: se dovesse fermare i bianconeri, per la Roma il giorno dopo il derby diventerebbe un’occasione di accorciare sulla vetta. Viceversa, i giallorossi scenderanno in campo con la preoccupazione di dover rispondere alla Juve. Quanto ai singoli, Dzeko è l’uomo più in palla del campionato, in una stagione nera come l’anno scorso ha segnato un gol all’andata e uno al ritorno contro la Lazio. Perché non concedersi il tris?