Dal Parma al Parma, nel segno della Joyita. Era il 16 febbraio scorso quando un ragazzo di appena ventuno anni, ma già con il peso sulle spalle dei trenta milioni spesi dal club per il suo cartellino, segnava un eurogol su punizione al Tardini, regalando alla Roma la prima vittoria in trasferta della stagione. Quella venticinquesima (!) di campionato ha rappresentato la svolta sia per la squadra di Ranieri, che da lì in poi non si è più fermata fi no al clamoroso raggiungimento della qualificazione in Europa League, sia per Soulé, che fi no ad allora sembrava un acerbo e giovane pesce fuor d’acqua, buttato troppo presto in una vasca di pesci ben più grandi di lui. Ma Matías, che a Mar del Plata è nato e cresciuto, ha dimostrato di saper nuotare eccome, e anche di essere tra i più bravi a farlo.
Da quel momento in poi è stato infatti il trascinatore della Roma di Ranieri, con quattro gol e cinque assist nel finale di stagione, e anche di quella di Gasperini, con cui è partito subito forte: tre reti e due assist che fanno rima con sei punti portati in classifica. E non è mica poco. Specialmente perché, prima del ritorno di Dybala, è stato lui il vero faro dell’attacco romanista, l’unico a portare gol in un reparto offensivo scarico e senz’anima. I suoi guizzi a Pisa, contro la Lazio, poi col Verona e a Firenze, sono stati una boccata d’ossigeno per tutta la squadra e un autentico sollievo per Gasperini, che sta cercando di plasmarlo a immagine e somiglianza del suo gioco. Il tecnico lo sta avvicinando alla porta, accentrandolo di più in campo e provando a condurlo in doppia cifra di reti. Una mission non così tanto impossibile. E lo dicono i numeri.
Matías, 255 giorni dopo, ritrova quel Parma che per lui è come un vero e proprio amuleto. E per questo motivo ha l’obiettivo di migliorare il proprio score, non solo nella classifica marcatori ma anche nelle sue statistiche complessive. L’argentino è infatti tra i migliori attaccanti della Serie A per passaggi chiave (secondo dietro a Yildiz, con 14 in otto partite), per passaggi riusciti (84,6%), per dribbling tentati e riusciti (22-9), per cross completati (9), per palloni intercettati (4) e, infine, per palloni recuperati. Insomma, i tre gol segnati, ma non solo: Soulé a questa Roma serve anche per la costruzione del gioco e per un pressing sul primo portatore tutt’altro che indifferente nelle tattiche gasperiniane. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi











