E’ finita in un clima amichevole, tra abbracci e scambi di maglie, tanto per rimarcare che tra Roma e Crotone non può mai esserci una reale competizione. Cantano tutti, sia i ventimila romanisti per la vittoria ritrovata sia i duemila calabresi che hanno vissuto una serata da raccontare allo stadio Olimpico. Nell’atmosfera gioiosa, persino lo smarrito Juan Jesus ha ricevuto un’iniezione di fiducia con gli applausi che hanno soffocato i fischi ascoltati al suo ingresso in campo. Di tutto questo, e di tanto altro, Luciano Spalletti può essere contento. «Siamo contenti per il risultato, è stata una grande vittoria, ma la prestazione era stata buona anche a Firenze – ricorda -. La principale differenza è che in attacco siamo stati velenosi così come avevo chiesto alla squadra». E’ stata la sua centesima vittoria in campionato con la Roma: «La dedico ai tifosi, si meritano le nostre gioie».
ANALISI – Impressionanti i numeri della partita: la Roma ha chiuso con il 73 per cento di possesso palla, il più alto di tutto il campionato, ma soprattutto ha invertito un trend antipatico, segnando con i primi due tiri dentro allo specchio della porta (non considerando dunque il palo di Dzeko). Segno che la precisione e le scelte sono migliorate, anche grazie alla debolezza dell’avversario: «Volevo più concretezza e c’è stata. La squadra è stata brava e nella fase offensiva tutti si sono espressi ad alti livelli». Non gli sono piaciute però certe distrazioni: «Sullo 0-0 forzavamo le giocate, velocizzando persino troppo il gioco. Abbiamo rischiato di restare imbottigliati perché il Crotone ha messo in campo molta corsa e molta densità. Nel finale del primo tempo abbiamo concesso qualcosa, consentendo a loro di venire avanti. Può succedere in situazioni come questa, a risultato acquisito, ma dobbiamo sempre evitarlo perché le partite vanno gestite meglio».
I SINGOLI – La sorpresa Totti dall’inizio, per la prima volta nella sua gestione, si spiega così: «Avevo immaginato questo tipo di partita, in cui poteva starci qualche calo mentale. Francesco invece rende pericolose anche le palle banali, era determinatissimo sin dai primi minuti di gioco. L’assist fa parte della giurisprudenza di Totti, l’ha creata Francesco quella palla lì. Vorrei che i suoi compagni imparassero dal suo atteggiamento». Dzeko sembra avere imparato: «E’ stato molto bravo. E mi è piaciuto anche dopo, perché non era completamente soddisfatto: dice che deve segnare di più e io sono con lui». Salah poi ha reagito bene alle critiche: «Tutto ciò che ha fatto ha determinato una situazione positiva per la squadra. Gli ho detto che è stato molto bravo, al momento del cambio. Mi piace quando in fase di non possesso aspettasse il momento buono sulla nostra trequarti, come ha fatto oggi, perché poi ha la capacità di ribaltare l’azione con i suoi 70 metri a velocità incredibile». Per sostenere uno schieramento così spregiudicato, con quattro attaccanti veri in campo, serviva il sacrificio di tutti gli altri giocatori: «Quello che fa la differenza è il possesso palla, lo stazionamento da parte dei difensori in una zona alta del campo, oltre al lavoro dei due mediani. Devo dire che Paredes mi è piaciuto moltissimo, è il calciatore che ha giocato più palloni». Sono stati 121, per la precisione.
IL FUTURO – Spalletti chiude tornando sulla questione del contratto: «In tutti i lavori chi non ottiene risultati va a casa. Io devo essere uno di quelli, non posso permettermi di arrivare sesto o settimo. O mandiamo un segnale con un calcio godibile, prendendo la strada maestra, o si va a casa: tutti. Sabatini? Ha ragione lui, i nostri destini non sono legati…». Cauto infine il commento sul no del Comune alla candidatura per Roma 2024: «Mi dispiace per la città, che avrebbe ospitato un evento importante. Ma bisogna conoscere bene le cose per giudicare una scelta politica del genere».