Fuori i secondi. La gara col Napoli rischia di diventare uno spareggio per eleggere l’anti-Juventus. Alla vigilia Spalletti non parla di bivio fondamentale ma ci va molto vicino: «E’ un’occasione per predire il futuro e l’unica cosa per saperlo è fare delle cose fatte bene. Poi ce ne saranno altre (di gare, ndc) ma le possibilità diminuiscono o possono aumentare in base a come esci da queste partite. Sarà una bella occasione per noi, dovremo farci trovare pronti». Anche perché Lucio considera la squadra di Sarri «la migliore del campionato per gioco espresso. Sono i più bravi di tutti per modo di stare in campo, per equilibrio, per continuità, per completezza delle due fasi, per qualità. Il loro allenatore ha fatto vedere di essere capace. Voglio fare i complimenti a Sarri, è uno ingegnoso, ha dato un contributo al calcio e ha fatto vedere cose nuove. Vanno fatti i complimenti a chi dice cose giuste e fa le cose fatte bene. Callejon? Se arriva prima lui dietro le spalle, rischi di prendere gol. Se scappi invece puoi riuscire a prenderlo».
ALLA RICERCA DELLO SCOPO Dialetticamente prepara la gara come aveva fatto prima della pausa con l’Inter. Elogi all’avversario al quale vuole però giocare un brutto scherzo: «Il Napoli è una squadra forte mentre noi invece in alcune partite non siamo stati all’altezza, per cui dobbiamo far vedere il nostro massimo al San Paolo. Non siamo un gradino sotto, siamo sulla stessa piattaforma, siamo vicini. Del resto hanno un punto più di noi, vogliamo confrontarci come è stato lo scorso anno. All’epoca noi abbiamo vinto e loro perso, ma non meritavano di uscire sconfitti. Potevano vincere loro ma è stata giocata una partita spettacolare. Spero che sia un’altra gara di quel livello lì». Nonostante non voglia caricare eccessivamente il match, ascoltandolo si intuisce che pregusta il colpo ad effetto. Lucio è il primo a sapere che il campionato della Roma ha bisogno di un ulteriore sussulto dopo il 2-1 all’Inter («squadra formidabile»): «Vivo senza scopo già da un po’, ho la mira di fare qualcosa di meglio e queste occasioni sono ideali per dare un fine alla professione che faccio. Vado lì e tento di vincere, anche se è difficile». Traduzione dallo ‘spallettese’: vincere a Napoli diventerebbe lo spartiacque della stagione in ottica campionato. Troverà un San Paolo per trequarti pieno a differenza dell’Olimpico formato acquario quando gioca in casa: «Non ho i mezzi per valutare se sono state prese posizioni corrette o no. In generale penso che la barriera, il recinto, invogli a prevaricare, a saltare per vedere cosa c’è fuori. L’individuo libero è quello che si esprime senza voler male a ciò che lo circonda».
DUBBI DI FORMAZIONE Riguardo alla formazione, gioca ad alimentare qualche dubbio: «I problemini sono qualcosa che si può avere in una squadra. Strootman ha giocato tutte e due le partite con la nazionale senza allenarsi, ha un guaio (lombalgia, ndc) che bisogna e si può risolvere. Quella di Nainggolan è una situazione da valutare e vedere, guardiamola a tutti gli effetti e poi trarremo le conclusioni». Il bluff dura poco. Nel pomeriggio viene diramata la lista dei convocati e a sorpresa non solo l’olandese è out ma anche Bruno Peres resta nella capitale per un problema agli adduttori. Con gli uomini contati (appena 19 convocati di cui 3 portieri), a meno che Lucio non ricorra alla difesa a tre, la formazione appare scontata: in mediana dentro Paredes al fianco di De Rossi, Florenzi torna terzino destro e Nainggolan viene avanzato nella posizione di trequartista dietro Dzeko. Unico possibile ballottaggio è tra l’argentino e El Shaarawy con Nainggolan in quel caso a protezione della difesa vicino a De Rossi. Passerella finale sulla proposta di Allegri di sostituire la sessione di gennaio con una a novembre: «Se ha tempo di pensare a queste cose è il più bravo di tutti, non ci avevo pensato. Visto che c’è un periodo vuoto tra fine campionato e inizio mercato si potrebbe sfruttarlo. Sono d’accordo, ha detto cose intelligenti anche se non voglio dargli ragione…». Juve-Roma, in calendario il 17 dicembre, è già iniziata. Ma forse non è mai finita.