Lo spicchio. Che sarebbero i Distinti Sud. Finisce il 2016 della Roma e Spalletti va a ringraziare i tifosi che ci sono sempre in quel settore, al di là di barriere e battaglie. «Sono andato a salutare – racconta il toscano – quello spicchio che canta e ci aiuta: è lo zoccolo duro che si sente quando siamo dentro. Qui vinciamo sempre, 6 difficile da spiegare ma l’Olimpico resta casa nostra».
La Roma di ieri gli ha riempito il cuore. «Vorrei tutte le partite come quella di oggi – prosegue Spalletti – un calcio determinato dall’inizio alla fine senza pause. Con personalità e lo spirito che dice “vinco la partita e basta”. Era una gara a rischio dopo il ko con la Juve e le vacanze in arrivo, si era complicata un po’, ma la squadra stata sempre nella loro metà campo e ha ottenuto i 3 punti con grande cattiveria agonistica». Inevitabile che l’allenatore mostri il petto leggendo i suoi numeri dell’ anno solare. «Sembrava che dopo la sconfitta di Torino si dovesse buttare via tutto quello che abbiamo fatto. Invece con 84 punti in 37 partite siamo al livello del PSG, del Liverpool, del City e di tantissime squadre. Siamo tra le prime quattro nel 2016, poco sotto la Juventus, il Barcellona e il Real Madrid. Si deve mirare ai bianconeri perche fanno delle cose impossibili. E chiaro che se ci dobbiamo rapportare a loro è tutto un fallimento. Mi piacerebbe avvicinarli, se non ce la facciamo non vuol dire che il nostro lavoro non abbia valore».
Dopo tante critiche su Gerson, ieri ha azzeccato la scelta di El Shaarawy. «Ogni tanto si indovina, altre volte si sbaglia. Stephan è stato determinante». E ora dal mercato si aspetta un paio di regali: «La società è attenta a quello che potrà capitare, ora Salah andrà via e magari c’è qualche scontento perche ha giocato poco. Ho ottimi giocatori come Iturbe che ha giocato poco, anche Totti ma lui è incedibile… ». Sulla squalifica di Lulic per venti giorni durante la sosta fa ironia: «Gli hanno dato tre partite no? Santo Stefano, San Silvestro e il Crotone».
Inevitabile anche un ritorno sulla questione contratto, con polemica annessa. Mentre il ds Massara si limita a dire che «Il mister si è limitato a dare un messaggio alla squadra, è concentrato sui risultati e io su come rinforzare la Roma», Spalletti annuncia: «Firmerò il rinnovo due mesi prima di fine stagione per essere chiaro con la società se gli elementi dicono di andare avanti. Nel calcio le cose cambiano velocemente per cui ogni tanto si fa l’inventario della situazione: a Roma se non si vince si vive male quindi noi abbiamo la necessità di farlo. Poi io – dice ironicamente – ho un rapporto stretto con i giornalisti anche se mi hanno messo due note sul registro: scrivevano a Pallotta mentre ero con lui a Miami». James lo ha preso comunque. E ha avuto ragione.