La Roma è convinta di poter andare avanti con il progetto dello stadio nonostante la posizione dell’assessore Berdini, che ha chiesto di togliere 220 milioni di opere pubbliche collegate al nuovo impianto. I proponenti, vale a dire Pallotta e Parnasi, ritengono di poter proseguire il percorso nel rispetto delle leggi, con una delibera comunale votata 23 mesi fa in Campidoglio e una Conferenza dei Servizi che sta esaminando il progetto in uno stato avanzato. C’è continuità amministrativa in Comune, anche se sono cambiati i vertici. Quella delibera votata nel dicembre 2014 ha attivato un iter che sta andando avanti secondo la legge e può essere cambiato solo con un atto formale, con una nuova votazione che coinvolga la Giunta e il Consiglio Comunale. L’assessore Berdini e l’attuale Giunta potrebbero annullare quella delibera solo con un altro voto, con tutte le conseguenze del caso. Finora Berdini non ha dato seguito alle sue parole con atti che potrebbero portare a smontare quella decisione, che ha dato il via a una serie di lavori e di spese che hanno migliorato il progetto iniziale, al quale sono state apportate le modifiche richieste proprio dall’amministrazione capitolina.
FIDUCIA L’audizione in Commissione Urbanistica Regionale di Berdini è cosa molto diversa dalle dichiarazioni che l’assessore capitolino ha rilasciato copiosamente sull’argomento. Ma alla Roma ritengono di non dover rispondere. I dirigenti sono convinti che contino solo gli atti e le leggi. Anche il documento della Soprintendenza del Mibact non è una bocciatura del progetto. Secondo gli uomini di Pallotta non interromperà i tempi della Conferenza dei Servizi, i cui lavori riprenderanno giovedì prossimo. Basteranno piccoli adeguamenti per mettersi in regole con le osservazioni fatte. Inoltre il Mibact in sede di conferenza preliminare aveva dato parere positivo. James Pallotta segue con attenzione da Boston gli sviluppi dell’iter dello stadio, ma i dirigenti a lui più vicini non hanno trasferito nelle ultime ore preoccupazione al presidente. Le osservazioni di Berdini, che certo pongono ostacoli nel portare avanti l’esame del progetto in Conferenza dei servizi, stridono con la disponibilità mostrata dal vice-sindaco Frongia nell’incontro che c’è stato con i dirigenti romanisti martedì scorso. E a Trigoria ritengono che non tutta l’attuale maggioranza del Campidoglio sia allineata alle posizioni dell’urbanista che ha idee completamente diverse da quelle del suo predecessore Caudo, il quale anche recentemente ha ribadito il suo giudizio positivo su Tor di Valle.
MALAGO’ Sul tema degli stadi di proprietà è intervenuto ieri il presidente del Coni, Giovanni Malagò. «Su venti squadre di serie A ci sono di fatto tre stadi di proprietà: quello della Juve, quello di Reggio Emilia dove gioca il Sassuolo e quello di Udine della famiglia Pozzo. Il quarto potrebbe essere a Cagliari, sembra che finalmente possa partire. Se però si pensa che a Udine ci hanno messo quasi dieci anni, è chiaro che qualcosa non va sotto l’aspetto amministrativo, giuridico e delle valutazioni urbanistiche. In una parola, la burocrazia». Malagò ha affrontato l’argomento a margine del convegno “Moving together: sport ed wellness come valore sociale” alla Fiera di Vicenza. E ha aggiunto: «Parlando di futuri stadi non voglio entrare nel merito dei singoli casi, perchè è sbagliato generalizzare e ogni situazione è diversa dall’altra. Io sono totalmente a favore e a supporto di creare stadi nuovi e, dove possibile, ancora meglio, sostituire, migliorare e ristrutturare l’esistente che sarebbe l’ideale. Poi è ovvio che io parlo della parte sportiva e non della parte urbanistica o di cubature».