Doveva essere la Befana, secondo i più ottimisti, a portare l’annuncio – già mancato prima di Natale – da parte del Comune dell’accordo sulla Convenzione urbanistica, uno degli ultimi passi (contestuale alla Variante al piano regolatore), se non il più decisivo, perché è il “contratto” tra proponenti e istituzioni, per dare il semaforo verde allo stadio della Roma a Tor di Valle. Ma le feste sono passate nel silenzio più totale. Che non vuol dire che non si sia lavorato sotto traccia (la convenzione è quasi del tutto definita). Ma, causa vacanze e imminente passaggio di proprietà della Roma e dei terreni su cui dovrà sorgere lo stadio, si è finiti in uno standby più che prevedibile.
Ognuno aspetta l’altro e nessuno si pronuncia in comunicazioni pubbliche. Che pure sarebbero importanti, se non altro “politicamente”. È vero che per la Roma stessa questo è un momento di passaggio: la trattativa per la cessione del club dalle mani di James Pallotta a quelle di Dan Friedkin è virtualmente chiusa. Sono stati limati tutti i dettagli di massima e ora, anche qui, i tecnici sono al lavoro per scrivere i contratti relativi alle 12 società che orbitano intorno alla Roma, per un investimento complessivo da parte dell’imprenditore californiano che opera in Texas che si aggirerà sugli 800 milioni di euro. (…)
FONTE: Il Romanista – G. Fasan