Poche parole, piuttosto tecniche, che però sono un primo punto fermo importante: il primo ricorso contro lo Stadio della Roma di Pietralata è stato respinto dal Tar. “Considerato che, alla luce della natura del procedimento cui afferiscono gli atti impugnati (trattasi di atti conclusivi di una conferenza di servizi preliminare) il pregiudizio prospettato dai ricorrenti non possiede requisiti di gravità ed irreparabilità” per cui il tribunale amministrativo regionale per il Lazio “respinge l’istanza cautelare”. Il progetto può dunque andare avanti perché, appunto, non ci sono elementi di “gravità e irreparabilità”.
Al Tar si era rivolto, il 16 marzo, un primo gruppo di residenti chiamando in causa sia il Campidoglio, difeso dall’avvocato Andrea Magnanelli, che la As Roma che, però, non si è costituita in giudizio. Nel testo, i ricorrenti, paventando un danno agli abitanti dalla realizzazione dell’impianto giallorosso, avevano chiesto al tribunale amministrativo di annullare “previa sospensione dell’efficacia” sei diversi atti: la richiesta della Roma di convocare la conferenza dei servizi, l’atto di convocazione della conferenza emanato dal Comune e diretto a tutti i diversi soggetti istituzionali che poi hanno dato il via libera al progetto.
Dopo la riunione di mercoledì sera, tutta interna al Pd, che dovrebbe aver messo gettato le basi per accelerare e portare al voto la delibera di pubblico interesse sullo stadio entro fine mese, come auspica il Campidoglio, o al massimo a inizio maggio, questo è il primo ricorso presentato da chi lo stadio a Pietralata non lo vuole e che va incontro a una bocciatura da parte dei giudici.
Superato questo scoglio giudiziario, ora il Campidoglio ha la strada in discesa, almeno per ora, per riuscire a fare il giro di boa: approvare il Consiglio la delibera di pubblico interesse e quindi “restituire la palla” alla Roma per la redazione del progetto definitivo.
FONTE: Il Messaggero – F. M. Magliaro