Eppur si muove. Così diceva Galileo Galilei al tribunale dell’Inquisizione al termine della sua abiura dell’eliocentrismo. A muoversi allora era la Terra intorno al Sole. Frase che oggi invece potremmo utilizzare per descrivere la pubblica amministrazione di Roma Capitale.
Perché in quello che appare come un immobilismo totale, degno della statua del Marco Aurelio che domina la piazza in cui ha sede il Comune, qualcosa (eppure) si muove. E sembra che si muova nella giusta e sperata direzione. Le parole dell’assessore Daniele Frongia la scorsa settimana che preannunciano un’imminente ripresa dei tavoli tecnici non sono e non possono essere casuali.
Arrivano mentre la congiuntura politica nazionale spinge sempre più nella direzione della ripresa degli investimenti infrastrutturali, fatto questo che ha delle inevitabili e positive ripercussioni anche sul nostro territorio. Ed ecco che lo stadio torna ad avere contorni precisi e meglio definiti, ed esce da quelle nubi che lo hanno avvolto per tutta l’estate.
Anche la decisione, che vi avevamo preannunciato, della Procura di Roma di chiedere il processo immediato per Marcello De Vito, aiuta in questo senso. Perché è assolutamente vero che le vicende del Presidente dell’Assemblea capitolina nulla hanno a che vedere, come chiarito dalla stessa Procura, con l’iter di approvazione del progetto Tor di Valle, ma è anche vero che la presenza di De Vito in consiglio avrebbe rischiato di destabilizzare la maggioranza. La decisione dei Pm invece, a dispetto del nome non è per niente immediata, anzi comporta un’attesa per l’imputato di circa un anno, durante il quale per De Vito verranno confermati gli arresti domiciliari, e quindi l’impossibilità a riprendere il proprio posto a Palazzo Senatorio. (…)
FONTE: Il Romanista – Andrea De Angelis