Come da previsioni, ieri mattina il Campidoglio ha spedito alla Roma e alla Eurnova, società di Luca Parnasi, proponente del progetto Stadio di Tor di Valle, una richiesta di chiarimenti: 30 giorni di tempo per produrre atti e garanzie o da ieri inizia il procedimento di revoca del progetto.
Situazione giuridica sempre più ingarbugliata, dunque, con i due (ormai ex) soci, Furnova e As Roma, sempre più ai ferri corti. Tanto che il Comune scrive di un «fattore di crisi» e della «constatazione di una oggettiva mancanza di consenso/accordo» fra le parti. Ovviamente, il Comune «non vuole entrare nella valutazione circa la natura ed efficacia giuridica del rapporto fra As Roma e Eurnova ma richiede certezza dell’agire amministrativo».
Insomma, io Campidoglio non sono il giudice nel vostro divorzio ma fatemi capire che devo fare: «Emerge la necessità» di sapere «se e come» Roma ed Eurnova intendano proseguire «congiuntamente nel processo partendo dalla sottoscrizione congiunta dell’Atto d’Obbligo». L’Atto d’obbligo è l’impegno formale che deve obbligatoriamente essere sottoscritto da Roma e Eurnova per poter portare al voto in Consiglio comunale le delibere sul progetto.
E se «l’Amministrazione si riserva un autonomo momento di analisi circa la sussistenza della imprescindibile qualificazione di soggetto proponente», intanto chiede entro 30 giorni a Eurnova e alla Roma di produrre alcuni documenti. Il primo è una sorta di «percorso» che chiarisca di chi sono le aree di Tor di Valle che devono essere «libere da pesi e vincoli». Poi il chiarimento sui ruoli di Eurnova, CPI di Vitek e As Roma.
Quindi, l’Atto d’obbligo firmato e le fideiussioni. Ovviamente, se la Roma non intende più proseguire con il progetto e ritiene concluso e non più vincolante l’accordo con Eurnova, questi documenti non potranno essere presentati. Solo che Eurnova contesta la facoltà della Roma di recedere dal contratto che fa della Roma l’«utilizzatrice» dello Stadio. Insomma, un’impasse che o si risolverà con un accordo fra le parti oppure dovrà essere risolta da un giudice.
Nel frattempo, però, il Comune si cautela per cui la lettera di ieri ha valore di «atto di comunicazione di avviso di avvio del procedimento di revoca delle delibere del Consiglio comunale». Alla fine, quindi, proprio come anticipato da Il Tempo, la situazione va verso una sorta di congelamento dell’iter fino a che non si scioglierà il nodo dei rapporti fra As Roma e Eurnova.
FONTE: Il Tempo – F. M. Magliaro