Quantomeno si sono visti e sanno, più o meno, con chi hanno a che fare. Il sindaco Virginia Raggi e il presidente della Roma, James Pallotta: vogliono cose diverse, la prima fa politica il secondo fa soldi o lavora per quello. Potrebbero trovare un punto d’incontro nella realizzazione del nuovo stadio, stiamo a vedere. Mercoledì si sono incontrati in Campidoglio e probabilmente non si rivedranno per un pezzo, dato che domani Pallotta lascerà l’Italia. Dunque non ci sarà tempo per organizzare un nuovo faccia a faccia, anche se la Raggi intende parlare con chi dello stadio materialmente si occupa per discutere degli aspetti sociali e tecnici del progetto. Non ha chiuso subito la pratica e questo fa ben sperare la Roma, a cui l’incontro delle ultime ore faceva venire i crampi nello stomaco. E’ andata liscia, invece, si è riflettuto su una possibile collaborazione per l’impiantistica di base – argomento di cui peraltro Pallotta aveva dialogato già con Ignazio Marino – ed è lecito supporre che le decisioni vere saranno prese in sede di Conferenza dei Servizi. Ci sono ancora questioni di principio da affrontare: lo dimostra appunto il fatto che la Raggi vuole vedere nuovamente i responsabili dell’iniziativa. Altrimenti di qui alla fine dell’iter si andrebbe avanti a tappe forzate e atti pressoché automatici. La Conferenza dei Servizi è un luogo dove si cercano soluzioni, non altri problemi. Il 20 settembre alla Regione Lazio tutto l’incartamento verrà mostrato alla decina di soggetti che partecipano al confronto: enti politici, amministrativi e tecnici. Il 3 novembre è la data della prima riunione operativa vera e propria.
LE PARTITE – La possibilità che l’amministrazione comunale decida di cancellare il timbro dell’interesse pubblico dal progetto esiste, però una tale scelta dev’essere sostenuta da una motivazione assai solida per evitare contenziosi potenzialmente pesanti. Ma di tutta la partita a scacchi giocata intorno allo stadio si parla a ripetizione e si continuerà a parlare. La strada è ancora lunga e incerta. Non significa che Pallotta faccia aspettare la sua partita personale, che ha regole e posta in gioco diverse. Dopo aver visto la Raggi, il presidente della Roma nel pomeriggio di mercoledì si è recato negli uffici della Deutsche Bank. E ieri ha passato la giornata nello studio legale preferito dal club, in compagnia di molti dei suoi manager. Compreso David Ginsberg, che è alla guida del progetto. Lo stadio, con le opere pubbliche necessarie, costa 1,7 miliardi di euro. Bisogna trovare i finanziamenti o almeno assicurarsi che alle spese corrisponda la previsione di adeguati introiti. Significa trovare ditte interessate all’utilizzazione del business park, qualcuno che paghi per il diritto di dare il nome all’impianto. Magari anche uno sponsor principale per la squadra. Neppure la partita che sta giocando Pallotta in prima persona è facile, ma lui si diverte.