Contatto. Evviva, si sono visti. I Friedkin hanno incontrato per la prima volta Virginia Raggi: appuntamento in Via Veneto, all’interno dell’ambasciata degli Stati Uniti. Una location insolita, che però è stata chiesta esplicitamente da Dan Friedkin. La sindaca ha accontentato il nuovo proprietario della Roma, per allontanare occhi indiscreti e non creare i presupposti di un confronto mediatico, pur sapendo di giocare “in trasferta”.
A fare da prestigioso ospite ovviamente è stato l’ambasciatore americano, Lewis M. Eisenberg, che i Friedkin già conoscevano in quanto imprenditore piuttosto noto in Florida, lo Stato da cui proviene. L’incontro è avvenuto martedì mattina, prima dell’assemblea degli azionisti di As Roma che ha approvato la composizione del nuovo Cda. Ed è servito in primo luogo a creare una relazione e un dialogo istituzionali tra i Friedkin e il Campidoglio. E in secondo luogo ad affrontare, sia pure superfi cialmente, la tematica calda, che è quella dello stadio di Tor di Valle.
Lo stallo politico è evidente e determinato da un fattore: la sindaca non ha ancora la certezza del numero di voti necessario a far approvare la convenzione urbanistica, cioè il contratto che regola diritti e doveri delle parti, ultimo vero ostacolo all’apertura del cantiere. L’ottimismo di Baldissoni, che ha appena lasciato la Roma, non trova riscontri nella confusa maggioranza dei 5Stelle, alle prese con un vivace dibattito interno.
Raggi ovviamente sta cercando di accelerare le pratiche per andare in aula entro la fine dell’anno. E lo ha fatto sapere alla Roma. Friedkin dal canto suo ha chiesto di capire quale sia il reale timing. Nessuno tra i protagonisti della vicenda ha interesse a prolungare l’attesa – nemmeno la sindaca, che vuole dare l’ok ai lavori prima delle elezioni comunali. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida