Come un cavallo di Troia dentro al Campidoglio Luca Lanzalone, ex presidente Acea, è riuscito a portare all’interno dell’amministrazione a cinque stelle persone a lui vicine ed a sfruttarne la loro funzione per ottenere incarichi privati per il suo studio legale. A dirlo sono le nuove accuse che la procura contesta a lui e al commissario straordinario dell’Ipa, l’Istituto di previdenza e assistenza dei dipendenti del Campidoglio, Fabio Serini. Ieri l’abitazione e l’ufficio di Serini sono state perquisite dai carabinieri del nucleo investigativo. L’accusa per entrambi è corruzione in concorso e traffico di influenze illecite: Lanzalone sarebbe intervenuto presso la sindaca Virginia Raggi per far nominare il professore Fabio Serini, sua conoscenza a Livorno nell’ambito della procedura di concordato preventivo dell’azienda dei rifiuti toscana, al vertice dell’Ipa, e a fargli ottenere una proroga di un anno.
D’altra parte lo stesso Lanzalone, nelle conversazioni captate dai militari, non ne faceva mistero. «Secondo me – diceva Serini, al tempo già commissario Ipa – una chiacchierata un pochettino strategica andrebbe fatta, non è che ne servono altri cinque, probabilmente un altro annetto sarebbe utile». Ricevendo come risposta da Lanzalone: «Quando lei (la Raggi, ndr) mi ha chiesto un nominativo per una persona da mandare lì, ho segnalato il tuo». Ma cosa è entrato in tasca al Mr Wolf ligure, in cambio del suo intervento? Stando alle accuse, Lanzalone, allora già presidente Acea, e il socio di studio Luciano Costantini, avrebbero ricevuto da parte dell’Ipa, almeno due incarichi professionali per lo studio Lanzalone & Partners. Consulenze, di fatto, per il lavoro di mediazione che Lanzalone avrebbe fatto con Raggi: una delle quali consistente in un parere legale da 11mila e 500 euro, di cui quasi 8mila di onorario.
I militari di via In Selci, inoltre, non si sono fermati qui. Perquisizioni sono state fatte anche in casa e nell’ufficio di Franco Prosperetti, titolare della soprintendenza speciale Archeologia, belle arti e paesaggio di Roma. La sua posizione si aggrava. Stando a quanto contestato dai pm Barbara Zuin e dall’aggiunto Paolo Ielo, il via libera concesso da parte sua all’iter dello stadio, dopo aver tolto il vincolo archeologico che vigeva sull’ippodromo di Tor di Valle, va letto in altro modo rispetto a quanto fatto in precedenza. Prosperetti, infatti, risulta indagato per induzione indebita a dare o promettere utilità (prima abuso d’ufficio ndr). Ovvero il pubblico ufficiale che fa leva sulla sua funzione per ottenere dal privato vantaggi personali.
Nel caso in questione Prosperetti avrebbe indotto Luca Parnasi, attraverso la mediazione dei suoi due collaboratori della Eurnova, ad attribuire al suo amico architetto Paolo Desideri (indagato per lo stesso reato), che all’interno del suo studio poteva contare sulla collaborazione della figlia del soprintendente, un incarico professionale «di progettazione della ricollocazione e ricostruzione di una campana strutturale dell’ex ippodromo» per un importo complessivo di 200mila euro, solo in parte dati allo stesso Desideri.