Ormai è lontano il ricordo-incubo di Bodo-Roma, in ottobre. Era la fase a gironi, forse si stava scherzando, con quella formazione rivoluzionata e inadeguata. Stavolta, niente scherzi, si fa sul serio: clima rigido, campo sintetico, come all’epoca. Presupposti totalmente diversi.
Non ci sono esperimenti da fare, né messaggi da lanciare: in campo vanno i migliori, anche se c’è chi si porta appresso qualche acciacco di troppo (vedi Smalling). Siamo ai quarti di finale e la Roma, questa Conference League, la vuole. Alzare un trofeo ha sempre senso, specie per una piazza come questa che non vince da un’eternità. E ora che sulla panchina dei giallorossi, c’è un allenatore che di vittorie ne sa, sperare è lecito. Specie ora, che si giocano i quarti di finale.
Immagina, Mourinho, quanta soddisfazione regalerà/regalerebbe ai tifosi della Roma, che sono a secco da anni. José deve rinunciare a Zaniolo e Veretout, mentre il suo collega, Kjetil Knutsen, rischia di fare a meno dell’uomo migliore del Bodo, il febbricitante Ola Solbakken (una doppietta nella sfida di ottobre, ieri non si è allenato), che piace a Tiago Pinto, tanto da inserirlo tra gli obiettivi per la prossima estate.
“Sono felice di tornare a Bodo, l’unico mio problema è il campo sintetico, il calcio si deve giocare sul naturale, altrimenti è un altro sport. Dobbiamo raggiungere le semifinali e speriamo di fare meglio della prima volta, non ci sono scuse legate al clima. Sarà diverso stavolta. Abbiamo un squadra diversa come giocatori ma anche come fiducia e motivazione. Siamo rimasti noi e Atalanta, vediamo di fare qualcosa di positivo in Europa“, le parole di Mourinho dalla Norvegia.
Il tecnico non vuole sottovalutare il Bodo, stavolta. “Ha cambiato giocatori, ma non visione di gioco. È in una buona condizione fisica ed è bravo quanto prima. Contro di loro non ci hanno dato due rigori, ma giocarono bene. Globalmente penso che il Bodo abbia buoni giocatori. Alcuni sono anche bravi a parlare, noi siamo qui per loro…”.
Ce l’ha con chi ha definito positivo il sorteggio contro la Roma e con il tecnico avversario, che ha parlato di lui in questi termini: “È buffo: a volte il quarto uomo sta lì ad assicurarsi che io non lasci mai la mia area tecnica mentre sulla panchina della Roma cinque o sei uomini corrono dietro al guardalinee“. È tornato il rumore dei nemici.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni
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