I tifosi dell’Inter non hanno dimenticato Mourinho. Come avrebbero potuto, la storia del club è passata attraverso le sue idee e le sue parole e già all’annuncio delle formazioni un boato ha accolto l’annuncio del nome dell’uomo del Triplete, che guarì l’Inter dall’incompiutezza a cui sembrava condannata. Nella pancia dello stadio c’è un pellegrinaggio di cuori nerazzurri: dirigenti storici, ex calciatori, addetti di ogni ordine, tutti a omaggiare Mourinho. Sugli spalti appare in Curva Nord: “Bentornato a casa José”, poi il coro “José Mourinho, la la la la”. Al suo ingresso in campo trema lo stadio, poi saluta il pubblico e sembra essere emozionato.
Al fischio d’inizio è l’allenatore della Roma: si agita, protesta, prende anche un giallo mentre la sua squadra va sott’acqua. A fine gara. “Io ero venuto qui per vincere, anche se l’aspettò emozionale è stato forte. L’accoglienza del pubblico, l’incontro col signor Zhang, Marotta e Zanetti: fantastico. Mi sono emozionato. Tranne i primi cinque minuti, la Roma ha giocato molo bene. Nel primo tempo abbiamo avuto due opportunità per segnare. Nella ripresa la partita mi sembrava dalla nostra parte anche se senza creare opportunità”. Poi Di Bello entra nel mirino del tecnico: “Il secondo gol ha cambiato la gara e l’arbitro, che tatticamente è stato bravissimo, ha fatto una partita fino al 2-0, poi un’altra. Per il suo curriculum vitae è una cosa bella un’ammonizione a Mourinho”.
Entra duro sull’argomento Nicolò Zaniolo: “Non ne parlo più. Tanto non cambia, è così dall’inizio della stagione e non cambia. Per questo ho detto che l’arbitro è stato tatticamente molto bravo. Tanti gialli che c’erano non sono stati dati, per noi invece è troppo facile. Dopo il 2-0 la partita è stata un’altra e si può fischiare in un altro modo. Solo un arbitro di qualità può fare questo, lui è un arbitro di qualità”. Infine, svela il regalo che gli ha fatto l’Inter: “Una riproduzione di San Siro in argento e cristallo, con su scritto: “Sarà sempre casa tua”. Lo sapevo, ma non voglio che la gente dimentichi che ora la Roma è casa mia: amo la mia Roma e sono molto triste perché abbiamo perso questa partita”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini