Chissà se tra i numeri nascosti cui faceva riferimento Luciano Spalletti ci sono anche quelli di Kevin Strootman, la lavatrice che per un po’ aveva smesso di funzionare e ora è tornata a pulire palloni d’ogni tipo. L’uomo che per pudore contro l’Astra Giurgiu s’è quasi rifiutato di esultare – lui che il diritto di farlo lo aveva tutto, visto che all’Olimpico non segnava da due anni e mezzo – è pure l’uomo a cui la Roma affida tutto, il centrocampo e il centro del suo gioco. Non fosse altro che per quei numeri nascosti, leggi i palloni che l’olandese ha pulito e rimesso in gioco, smacchiato e colorato per i compagni. Strootman è l’uomo dei 507 passaggi utili, frutto della sottrazione tra 572 appoggi positivi e i (soli) 65 negativi. Il saldo riguarda le nove presenze stagionali di Kevin e tiene dentro pure la disfatta con il Porto: mediamente, dunque, Strootman regala alla Roma tra i 50 e i 60 palloni «lavati» a partita. E il discorso può essere allargato anche ai contrasti, altra specialità della casa Oranje: il saldo racconta di 28 palloni dubbi sradicati ai compagni contro i 7 persi.
OGGI FA 50 Questa è stata fin qui la stagione di Strootman. Quel che non c’è nei numeri, c’è in una Roma che si appoggia totalmente sulle spalle di un giocatore che, paradosso, avrebbe forse lui ogni tanto bisogno di appoggiarsi ad altri, se è vero che il calvario del ginocchio sinistro è lontano ma non lontanissimo nella testa e nelle gambe dell’olandese. Ma guai a toccarlo, il 6 non può uscire, oggi giocherà la partita numero 50 in giallorosso. Il 6 non ha ricambi all’altezza: senza di lui, i panni restano sporchi. Come sporca è la classifica della Roma oggi. «Ma vogliamo scavalcare l’Inter, sarebbe un ottimo segnale mettersi una squadra così forte alle spalle», ha detto Strootman nei giorni scorsi.
RICORDI E magari, per riuscirci, Kevin riavvolgerà il nastro a quella Supercoppa d’Olanda sfilata in grande stile a De Boer. Strootman giocava con il Feyenoord, era il 5 agosto 2012: 42, un cartellino giallo ben speso e una coppa in bacheca, ad oggi uno dei soli due trofei vinti dal centrocampista in carriera. Poco per uno che se non fosse stato costretto da qualche équipe medica in giro per il mondo a litigare con il so ginocchio sinistro, ora sarebbe a giocarsi coppe e campionati chissà dove. Ma la risalita va pianificata tutta con la Roma. Perché alla Roma Strootman è legato a doppio filo: presto firmerà un rinnovo di contratto deciso nei mesi più bui, quando il pallone era l’ultimo dei pensieri. «Ma rinnoverò solo dopo aver dimostrato di essere tornato un giocatore», disse lui la scorsa estate. Ci siamo, i tempi sono maturi. Qualche altro lavaggio e via.