Rodrigo Taddei è stato un calciatore che è entrato nel cuore dei tifosi. Il suo feeling con la curva Sud, alimentato nei nove anni in cui ha vestito la maglia giallorossa, con quasi trecento partite disputate, non si è mai spento. La Roma gli è rimasta nel cuore, anche oggi che è tornato in Brasile a trovare la sua famiglia, dopo aver rescisso con un anno di anticipo il contratto con il Perugia, dove ha concluso la carriera di calciatore dopo aver terminato il suo rapporto con la Roma. Taddei è rimasto legato ai colori giallorossi. Tanto da poter dire con orgoglio: «Quando indossavo questa maglia mi trasformavo. Io mi sento di Roma e sono romanista, è come se fossi nato lì. Sono felice della scelta che ho fatto». Nove anni sono tanti e con la Roma ha vinto le Coppe Italia e la Supercoppa e ha sfiorato di vincere anche lo scudetto. Quei tifosi lo hanno amato perchè Rodrigo in campo dava tutto, non si risparmiava mai. Perché dava tutto e ha ricoperto qualsiasi ruolo, dal centravanti con il primo Spalletti, al terzino con Luis Enrique e Garcia. Quei tifosi lo hanno invitato a tifare in curva Sud. E lui ci è andato.
Rodrigo, ci racconta la sua partita in curva Sud, che esperienza è stata?
«Unica, non si può descrivere. Bisogna viverla, perché a parole non riesci a spiegare quello che senti in mezzo a tanti tifosi che cantano per tutta la partita per la squadra del cuore. E’ stato fantastico, ci tornerò».
Domenica si giocherà con pochi tifosi sugli spalti per la protesta delle curve. E’ triste vedere un derby così? «Sai, la Roma senza tifosi perde tantissimo a fa fatica a esprimere il proprio gioco. Sì, i giocatori lo fanno, ma non con la stessa intensità per tutta la partita. Sono sicuro che con la curva piena è come giocare sempre con un uomo in più, almeno per me era così. Lo è sempre stato e non lo dimenticherò mai».
Cosa bisognerebbe fare per riportare i tifosi all’Olimpico, rivedere le loro coreografie? «Togliere quelle barriere che hanno messo in mezzo alle curve. I tifosi li capisco. Sono sicuro che nel derby sarebbe tutto più bello per entrambe le tifoserie con le coreografie e i cori».
Lei di derby ne ha vinti, uno anche con un suo gol. E’ quello il ricordo più bello? «Il derby è una partita a sè e quel derby vinto con il mio gol e quello di Aquilani è stato indimenticabile per tanti motivi, per aver raggiunto quel traguardo delle undici vittorie, per come si era messa la partita. Il gol me lo ricordo molto bene. Una gioia incredibile».
La Roma ha rappresentato la fase più importante della tua carriera di calciatore… «Di Roma mi ricordo tutto, ogni minuto vissuto a Trigoria. Ricordi che porterò per sempre con me. Domenica farò il tifo dal Brasile, il mio cuore sarà lì».