Abraham serve all’ultimo, quello che fa prima può anche essere dimenticato in fretta, da quanto è irrilevante. Però con le sue acrobazie sghembe ha regalato alla Roma quattro punti in cinque giorni, salvando sulla linea l’ultimo assalto del Bologna mercoledì (come un gol partita) e artigliando il pareggio con il riflesso d’istinto domenica sera, mettendo in equilibrio ciò che di equilibrato non aveva nulla, vista la disarmante superiorità del Milan sotto ogni aspetto.
L’anno scorso sul campo dello Spezia segnò addirittura al 99′, ma lui è abituato a queste apparizioni quando il tempo scade e dopo avere a lungo trascinato la sua apparente indolenza, quel dinoccolato incedere che sembra spesso così estraneo alla partita.
Lo era parso anche col Milan. Lo pare spesso anche a Mourinho, che difatti quest’anno lo ha già messo cinque volte in panchina, quattro in campionato e una in Europa League, anche perché in cambio ha finora ricevuto altrettanti gol. Pochi, in rapporto al valore potenziale di un centravanti che quest’anno segna solo a sprazzi, a battiti, ma chissà che questo non sia il momento della svolta.
“San Siro è un campo difficile su cui venire a giocare”, dirà Tammy alla fine. “Il Milan ha attaccato e difeso bene ma su quella palla sentivo che stava arrivando la mia occasione e mi sono buttato dentro. Avevo detto prima della sosta che saremmo tornati più forti. Una vittoria e un pareggio per ripartire vanno bene“.
FONTE: La Repubblica – E. Gamba
Ritardo Nervosa Affonda Roma Vina Espulso Mourinho Attende Piano Friedkin