Prima Veretout, poi Dzeko e infine Mancini. Uno per reparto, a dimostrazione di come in questa Roma i gol possano davvero arrivare da tutti. In tutto ben 31 in 14 partite, alla media di 2,2 a partita. Meglio dei giallorossi hanno fatto solo le due battistrada, Milan e Inter, ma di un soffio (34 reti i nerazzurri, 32 i rossoneri). Insomma, se c’è un motivo per credere nella Champions, quello arriva proprio dalla immensa prolificità giallorossa. E dai tanti volti e i tanti modi con cui la Roma arriva a fare gol.
Ad aprire le danze giallorosse è stato Veretout, che così si è voluto far perdonare l’errore di Bergamo. E non è un caso che il francese sia già arrivato a quota 7 in campionato, di fatto il terzo miglior centrocampista in Europa dal punto di vista della prolificità (dopo Bruno Fernandes dello United con 9 reti e Stindl del Borussia Mönchengadbach con 8). Ed alla fine ad essere soddisfatto è soprattuto Fonseca, che scaccia i fantasmi di Bergamo e si gode un bel terzo posto natalizio.
«Non era facile, l’importante era vincere. Abbiamo avuto un momento difficile, ma sappiamo restare concentrati e continuare il nostro percorso. La prima parte della nostra stagione è positiva, siamo terzi e per molti non un traguardo possibile. Noi ci abbiamo sempre creduto, anche dopo i k.o. con Napoli e Atalanta, ma a conti fatti ci mancano 3-4 punti. Con quelli la classifica sarebbe stata più giusta. Mercato? Ora possiamo iniziare a pensarci, dobbiamo scegliere bene».
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese