Ai vertici dell’Assocalciatori come Gianni Rivera nel 1978. Marco Tardelli entra duro nella battaglia per la presidenza Aic, come in quel contrasto diventato il fallo più veloce della storia. Il campione del mondo 1982 punta il dito contro la gestione Tommasi con una lettera recapitata ai rappresentanti dei giocatori di tutte le squadre di Serie A, BeC,in cui chiede chiarezza sui bilanci dell’organizzazione.
Secondo l’Adnkronos l’ex centrocampista della Juventus ha richiesto «di poter entrare in possesso del nuovo bilancio di gestione 2019» e alcuni chiarimenti «su voci di spesa di incerta comprensione» del bilancio 2018. Nel mirino c’è la «cassaforte» Aic dalla gestione del contratto Panini ai compensi del Cda, ma anche l’elenco dei dipendenti «apparso eccessivo», con cui tira in ballo la presenza nell’ufficio legale di Alessandro Calcagno, fratello di Umberto che è vicepresidente Aic e avversario di Tardelli nella corsa alla presidenza.
«Ogni quadriennio – ha replicato il numero 2 dell’Assocalciatori – abbiamo sottoposto anche l’ufficio legale a ratifica del Consiglio direttivo. I compensi? Bisogna smetterla di fare sciacallaggio. Non possiamo fare questo lavoro gratis, visto che non abbiamo tempo per fare il nostro. Tardelli ci fa i complimenti perché non abbiamo mai speso di più di quello che avevamo, il fondo di cui lui parla è il patrimonio netto dell’Aic».
«I bilanci sono pubblici – aggiunge il presidente Damiano Tommasi, in carica dal 2011 e non ricandidabile – e lunedì l’approvazione quello 2019 sarà la sede dove chiedere tutto. Se avesse partecipato alle attività degli ultimi 8 anni avrebbe già le risposte, se queste domande le fa ai rappresentanti di squadra vuole solo fare casino». La replica di Tardelli, però, fa intendere che lo scontro è solo all’inizio. «Mi hanno mandato il bilancio – chiarisce – ma avevo chiesto delle specifiche sulle voci».
FONTE: Il Tempo – F. Ciccarelli