Prima il dovere e poi il piacere. Sarà pure un proverbio per tutte le stagioni, ma è il diktat che sta animando il mercato della Roma e in particolar modo il lavoro del general manager Tiago Pinto, impegnato a costruire una squadra a misura di José Mourinho, non prima però di aver risolto tutti i casi spinosi ricevuti in eredità dai predecessori. I file sul tavolo del dirigente portoghese arrivato alla Roma a gennaio scorso sono parecchi in tal senso: Olsen, Santon, Bianda, Fazio, Florenzi, Nzonzi, Coric, Pastore, Antonucci, Ünder.
Una squadra, praticamente, anche quasi assortita nei ruoli, se a questi dieci aggiungiamo uno fra Carles Perez e Kluivert (più che Pedro o El Shaarawy per rimanere sugli esterni della trequarti). Più qualche posizione incerta, come quella dell’olandese figlio d’arte che piaceva a Mourinho, ma che potrebbe avere un po’ di mercato nonostante un ingaggio non proprio leggerissimo, o quella del guineano Diawara, che con l’arrivo di un centrocampista importante – Xhaka, come si augurano a Trigoria e a Londra dove risiede al momento lo Special One – risulterebbe di troppo, specie dopo l’esplosione di Darboe che Mou ha chiesto di vedere dal vivo almeno per una parte del ritiro prima di prendere qualsiasi decisione, e potrebbe essere inserito in qualche scambio. (…)
E, in parte, per Florenzi. Alessandro piace a diverse squadre, ha un ingaggio abbastanza pesante e il suo agente non ha ancora chiuso le porte al Paris Saint Germain che in quel ruolo è sempre sulle tracce di Hakimi e che entro il weekend potrebbe farsi di nuovo vivo con la Roma per capire i margini di trattativa. Stallo per Pastore, che cerca una soluzione per il suo futuro che sia però compatibile con le esigenze della società giallorossa che allo stato sull’argentino rischia una minusvalenza niente male.
L’impressione è che sfoltire questa squadra di esuberi per Pinto sarà tutt’altro che agevole. Per fare cassa o per sfruttare opportunità migliori di mercato, la Roma potrebbe allora valutare di riconsiderare alcune posizioni ritenute meno in bilico, come quella di Smalling. Il difensore di Greenwich, tanto voluto da Fonseca nella scorsa stagione e acquistato all’ultimo secondo della sessione estiva del mercato, è reduce da una stagione sfortunata.
)…) È di questi giorni l’interesse dell’Everton per Smalling (che pesa in bilancio alla Roma 5 milioni l’anno): se arrivasse un’offerta congrua l’inglese potrebbe partire e tornare in Gran Bretagna, a Liverpool, città in grande rivalità con la “sua” Manchester.
Mourinho, che ha già chiesto un difensore, possibilmente di piede mancino (Lisandro Martinez però, per quanto stimato a Trigoria, non sembra una pista praticabile al momento), non rimarrebbe scoperto: se andasse via Smalling sarebbe fermata in partenza qualunque altra trattativa in uscita per i tre “giovani”. (…)
Per quanto riguarda la porta, attualmente sguarnita della squadra giallorossa, l’interesse è sempre focalizzato su Rui Patricio (ma c’è anche qualche alternativa), mentre la strada che porta a Gollini, tornato di moda nelle ultime ore, appare decisamente più complicata, sia per le richieste alte dell’Atalanta, sia perché chi è vicino al giocatore non ha avuto recenti avances dalla Roma. Gollini, poi, vuole fare la Champions, anche se l’idea di farla magari tra un anno e con Mourinho allenatore potrebbe fargli cambiare idea.
FONTE: Il Romanista – G. Fasan