Come ha saputo di Mou?
“Mi è arrivato un messaggio da mio figlio Rocco, ci ho messo un po’ a capire che era tutto vero. Ero sul set e non si è parlato d’altro. Dopo Capello abbiamo sperato in Lippi, Ancelotti e Guardiola, ma siamo rimasti delusi. Ora ecco la svolta epocale. Le ambizioni cambiano: se un allenatore così accetta la Roma è perchè ha garanzie su una rosa che gli permetterà di competere ad alti livelli”.
Ha già qualche giocatore in testa? “Penso lavorerà per un grande asse portante: portiere, difensore centrale, regista e attaccante, tutti ruoli che mancano oggi alla Roma”.
Cosa le piace di Mou? “Ha la capacità di motivare i giocatori come nessun altro. Ricordo il cambiamento di Chivu: a Roma era di vetro, a Milano tirò fuori una cazzimma mai vista. Come comunicatore non ha rivali: da avversario lo detesti, ma speri che diventi il tuo allenatore per come sa esaltare tutti. Con quel “Daje Roma” per noi ha già vinto. I Friedkin sono stati perfetti, questi signori fanno sul serio. Ora mi aspetto un derby con il coltello tra i denti, perché i giocatori sanno che Mourinho li guarda”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – E. Esposito