Campione del mondo (con lode) e due volte capocannoniere della serie A. Luca Toni è una icona del nostro calcio che sta vivendo (così come tutto il Paese) un momento drammatico. Ma il gigante ex idolo di Fiorentina, Bayern Monaco, Juventus, Roma e Verona è pure un cittadino emiliano, per la precisione della provincia di Modena. La più colpita dal coronavirus dell’intera Emilia Romagna, con 180 morti e oltre 2200 contagi in tre settimane.
Come sta reagendo la sua Modena al coronavirus? «Il clima è surreale. Stiamo tutti dentro casa sperando finisca il prima possibile. E’ un momento durissimo per tutta l’Italia e in pochi ci stanno capendo davvero qualcosa. Ora gira tutto male, qui nevica pure il che non è proprio un bene. Io passo il tempo coi miei figli, i miei cani e i miei gatti che sono circa 20».
Il campionato riprende o no? «La stagione no, non vedo come potrebbe. Sarebbe pure brutto giocarla a porte chiuse. Ma poi come si possono giocare 3 partite a settimana in estate, che spettacolo verrebbe fuori? Va annullato tutto magari dando qualche punto di vantaggio per la prossima a quei club come il Benevento in B che stavano dominando. Scudetto in Italia? Conta poco ora, ma secondo me lo avrebbe vinto la Juve».
Il campionato poteva essere fermato prima? «Certo che poteva, ma il mondo del calcio è governato da chi pensa solo a fare soldi. Molti calciatori avrebbero preferito non giocare certe partite a rischio».
Giusto il taglio degli stipendi ai calciatori? «Sì, soprattutto per la serie A. Ma non può essere l’unica misura anti -crisi. Penso che nessun giocatore si opporrà alla decisione, forse però è il caso di rivedere pure alcuni costi dei club».
FONTE: Leggo – F. Balzani