L’ormai ex maggioranza grillina, rimasta drammaticamente senza numeri, va di nuovo sotto. Ieri mattina il tracollo è arrivato in commissione Bilancio: parere negativo sull’ultima variazione ai conti capitolini sfornata dalla giunta e rinvio di una settimana sulla discussione in aula. Uno slittamento che fa tornare in primo piano lo stadio della Roma.
Martedì, al più tardi giovedì, sarà il giorno dell’addio a Tor di Valle. O meglio, potrebbe. Già, perché resta sempre in bilico la revoca dell’interesse pubblico sul progetto che avrebbe dovuto portare il nuovo impianto giallorosso, con tanto di business park, a ridosso del Grande raccordo anulare.
La posizione della Roma è nota: “Se non si vota la revoca ora — ha spiegato l’ad Guido Fienga — con le elezioni si perderà un altro anno e i tifosi dovranno dire addio all’idea che la Roma abbia uno stadio di proprietà“. Parole che hanno convinto una volta di più Virginia Raggi: la sindaca crede che la possibilità di annunciare la nuova location della casa dei romanisti in piena campagna elettorale possa garantirle voti a volontà.
Ma sulla serenità dei 5S pesano le lettere di Eurnova e della Cpi di Radovan Vitek, il tycoon ceco che ha appena acquistato i terreni di Tor di Valle per 45 milioni di euro. La società di Luca Parnasi ha ricordato a più riprese ai consiglieri i rischi (milionari) in cui potrebbero incappare votando l’addio al vecchio progetto. La Cpi attende una replica dal Comune sulla richiesta di appuntamento formalizzata subito dopo la conclusione della compravendita.
Nel mezzo ci sono i pentastellati. Ridotti ai minimi termini, con 19 consiglieri a fronte dei 29 con cui 5 anni fa entrarono in Campidoglio, temono di finire in tribunale. Per questo a palazzo Senatorio si tratta già sottobanco. I fedelissimi di Raggi non parlano, non si esprimono su Tor di Valle. La prima cittadina potrebbe presentarsi in aula per il voto e non possono sgambettarla tanto sfacciatamente.
Ieri pomeriggio in Comune è stato Giuliano Pacetti, capogruppo 5S, a chiedere di discutere subito la revoca dell’interesse pubblico. Ma i grillini sperano (e si starebbero pure adoperando per tramutare il sogno in realtà) che alla fine siano le opposizioni a farsi avanti. Come? Sospendendo i lavori in consiglio comunale e chiedendo all’assessorato all’Urbanistica e agli uffici, avvocatura compresa, un parere sulla questione dei terreni di Tor di Valle.
Buona parte della delibera di revoca si regge sul presupposto dell’indisponibilità delle aree. In altre parole, per il Comune, il vecchio progetto va cancellato perché Eurnova è venuta meno ai suoi impegni e ha assicurato di essere titolare di terreni che in realtà non aveva a disposizione.
FONTE: La Repubblica – L. D’Albergo