Il progetto del nuovo stadio a Tor di Valle deve cambiare. Dopo la sfilza di criticità che i tecnici del Campidoglio hanno segnalato alla Regione in vista dell’apertura della conferenza dei servizi, ieri l’assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini, ha ammesso per la prima volta che la variante che il M5S dovrà approvare in Consiglio comunale entro 180 giorni è tutt’altro che scontata. Se non ci sarà una bocciatura definitiva, gli elaborati consegnati dai privati potrebbero essere sottoposti comunque a modiche pesanti, dal taglio delle cubature fino alla scelta di un altro luogo per far nascere l’impianto. «Lo dico con chiarezza – ha spiegato Berdini all’agenzia Dire – se non ci saranno gli interessi pubblici conclamati per portare avanti questo progetto noi cercheremo, con la società sportiva e non con un atto autoritario, di cercare qualche altra soluzione». Da qui l’ipotesi di una sforbiciata del milione di metri cubi di cemento (l’86% del totale) che i privati vorrebbero destinare a negozi, alberghi, uffici e ristoranti. Uno «sproposito», come lo ha definito più volte in passato lo stesso Berdini. Anche se ora la sua posizione sembra essersi molto ammorbidita. Non più un no deciso all’«Ecomostro», come disse prima di diventare assessore, ma sì a un progetto «che ci sta a cuore», anche se con diversi paletti. Decisamente più in linea con il suo predecessore, l’ex assessore Giovanni Caudo, grande sponsor del progetto del costruttore Luca Parnasi e di James Pallotta.
I TRASPORTI – Vanno però sciolti diversi nodi. La criticità più macroscopica evidenziata dai tecnici del Comune è sicuramente quella del piano trasporti. Il Dipartimento Mobilità del Campidoglio ha stroncato uno dei punti chiave del progetto, vale a dire il prolungamento della Metro B. «Il parere dice che non è possibile fare la biforcazione della linea anche perché – ha sottolineato il responsabile dell’Urbanistica – sarebbe un aggravio per i cittadini che ogni mattina vanno all’Eur a lavorare e che si ritroverebbero dall’avere un treno ogni tre minuti ad uno ogni otto».
I DANNI – Non a caso sia l’Agenzia per la Mobilità che l’Atac avevano già previsto, in due relazioni inviate al Comune nei mesi scorsi, che una nuova bipartizione della linea blu comporterebbe «una riduzione dell’offerta con una flessione del 40% dell’attuale servizio». Un danno di proporzioni enormi per i pendolari, che metterebbe a rischio «la regolarità del servizio, tale da coinvolgere 200-300mila utenti». Dal ragionamento di Berdini sembra quindi chiaro che la giunta Raggi non voglia dare carta bianca ai privati, che da questa operazione calcistico-immobiliare potrebbero ricavare profitti fino a 800 milioni di euro, secondo alcune stime. «Noi siamo rispettosi della legge – ha detto ancora l’assessore – Abbiamo inviato alla Regione la documentazione e una relazione con le criticità del progetto. La Regione ha aperto la conferenza dei servizi, quindi valuteremo in quella sede se il progetto è ancora così importate dal punto di vista dell’interesse pubblico».