Il progetto Tor di Valle si complica. E slitta ancora il piano di realizzazione dello stadio giallorosso. Si riunirà il prossimo 3 marzo la Conferenza dei servizi sullo stadio della AS Roma e in quell’occasione si dovrà esprimere un parere unico sulla struttura. La decisione è arrivata ieri, durante la riunione tra Campidoglio, Città metropolitana, Regione Lazio e Governo, che ha approvato la richiesta di sospensione di 30 giorni avanzata dal Comune. La pausa, prevista dalla normativa nazionale, sarebbe stata concessa per perfezionare la delibera comunale necessaria per l’avvio dei lavori. E il Campidoglio avrà così a disposizione un altro mese di tempo per provare a trovare la quadra finale sul progetto insieme alla Roma e ai costruttori. Ieri la Raggi si è riunita con i consiglieri comunali per valutare quale riduzione di cubature chiedere. A metà gennaio, alla riunione precedente, la Regione era stata perentoria: entro fine mese il Comune di Roma avrebbe dovuto produrre la delibera sulla variante con la conformità al pubblico interesse, altrimenti la Conferenza avrebbe chiuso i lavori. Nulla è arrivato.
Ma adesso la consegna di tutti i pareri mancanti dovrà avvenire nel più breve tempo possibile. E il Comune dovrà completare la procedura di Variante Urbanistica e approvare lo schema di convenzione. «Abbiamo accolto la richiesta avanzata dal Comune per completare le attività e le valutazioni – ha detto l’assessore al Territorio della Regione Lazio, Michele Civita – Questo mese sarà importante per avere uniformità di pareri in Conferenza dei servizi. Tutti gli enti devono completare le procedure urbanistiche di competenza. Sarebbe grave non dare certezza». «Inoltre – ha aggiunto – c’è bisogno di completare le procedure di adeguamento urbanistico e si deve lavorare allo schema di convenzione. Sperando che tutti questi aspetti arrivino un po’ prima della chiusura dei lavori prevista per il 3 marzo». Tra 30 giorni dunque il Campidoglio sarà di nuovo chiamato a produrre qualcosa nero su bianco. In caso contrario la Roma potrebbe chiedere al Governo di esercitare poteri sostitutivi, e rivalersi sul Comune. «Se non si trova accordo entro 3 marzo? Se dovessero arrivare pareri contrari articolati – dice Civita – la Conferenza dei servizi si fermerebbe».