Inutile cercare di capire cosa stia succedendo quest’anno alla Roma. Altro che quattro maghi dell’era Lotito, qui ci vorrebbe una schiera di esorcisti per smantellare il malocchio o comunque allontanare la sfiga che continua a tormentare i giallorossi «mutilati» anche di Diawara nel momento migliore della sua stagione.
Altro ginocchio, l’ennesimo. Prima era stata la volta degli esterni, poi è toccata alla zona centrale del campo, falcidiata da crociati, esterni, interni, legamenti, tendini che saltano. Un’apocalisse. Ma è così e nulla si può contro la sfortuna, anche se il fenomeno andrebbe analizzato molto più a fondo.
Resta la soluzione, che al momento non può che essere una: tornare immediatamente sul mercato. E non con l’ennesimo giovane di prospetto per quanto talentuoso. No, qui serve gente che giochi subito, in grado di dare ossigeno alla Roma e cambi dignitosi a Fonseca: perché quelli visti all’Allianz Stadium hanno mostrato tutti i loro limiti. Insomma a questo punto della stagione, Pallotta o Friedkin che sia, bisogna cercare di capire cosa si vuole fare: dove si vuole arrivare.
Quali sono gli attuali obiettivi della stagione giallorossa? Se nulla è cambiato e la società punta ancora sulla qualificazione alla prossima Champions, bisogna investire: subito. Valutando l’intera situazione, fatta salva la naturale amarezza per gli ennesimi infortuni, c’è da considerare una buona notizia e una cattiva.
La buona è che gli ultimi episodi drammatici (Zaniolo e Diawara su tutti), si sono verificati a «finestra» di mercato aperta. La cattiva è che in questo momento di transizione tra la vecchia e la nuova società, con un proprietario ormai uscente e il nuovo ancora fuori dalla porta, diventa difficile immaginare chi si possa prendere la responsabilità e l’onere di mettere soldi freschi in queste operazioni di mercato.
Toccherebbe a Pallotta che è però già alle prese con un aumento di capitale tutt’altro che semplice. Nessuno poteva prevedere questa ecatombe, ma così è e ora bisogna intervenire: subito. Prima che sia troppo tardi… e vale per tutti.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini