Lo stadio Olimpico, deserto come mai per una notte di coppa (previsti poco più di 11.000 spettatori, se si presenteranno i 7819 abbonati), è la conferma di quanto questo appuntamento infrasettimanale sia finito in secondo piano prima ancora del fischio d’inizio. Ma la Roma non ha scelta. Deve subito ripartire contro l’Astra Giurgiu, terzultima in Romania e già ultima nel girone E, per conquistare il primo successo stagionale in Europa. Più che il valore dell’avversario rumeno, però, preoccupa il pensiero ingombrante dell’Inter, prossima ospite, domenica sera, in campionato.
ROTAZIONE SCONTATA – Spalletti, proprio per non dare la sensazione di snobbare questa gara, avverte pubblicamente il gruppo: il suo turnover non servirà solo a preservare alcuni titolari per la gara contro i nerazzurri di de Boer. Lo chiama «mirato», perché le sue scelte devono comunque portare alla vittoria. Comportandosi da squadra. E con i panchinari che non si devono sentire tali. Il messaggio è doveroso e necessario, da rivolgere soprattutto alle riserve che metterà in campo. Dal canto suo, però, l’allenatore giallorosso non può dimenticare lo scontro diretto con l’Inter che lo costringe a far riposare chi è stanco e soprattutto chi non sta al top, come Nainggolan, sofferente a un polpaccio già da qualche partita, e Perotti, anche lui non al meglio. In più, oltre ai convalescenti Ruediger e Mario Rui, ancora non può contare su Vermaelen, fermo già da 5 partite per la pubalgia (stasera diventano 6), e sui due squalificati Emerson e De Rossi.
E, proprio per la mancanza di ricambi a centrocampo, rivedremo dal primo minuto Paredes in regia e magari la stessa formula spregiudicata provata contro il Crotone la settimana scorsa, il 4-2-3-1 con quattro attaccanti. L’unico dubbio è Dzeko che, se non dovesse cominciare la gara, lascerebbe il posto al giovane Gerson, da trequartista alle spalle di Totti che ha smaltito un leggero risentimento muscolare e ha svolto per intero l’allenamento della vigilia. L’altra novità annunciata il ritorno di Alisson, portiere di coppa. Spazio anche a Iturbe e probabilmente a Juan Jesus, per risparmiare Salah e Florenzi.
DIGIUNO DA INTERROMPERE – La Roma non prende i 3 punti in casa, nelle coppe europee, da quasi un anno: l’ultima volta, il 4 novembre 2015, grazie al 3 a 2 contro il Bayer Leverkusen, quarta gara della fase a giorni della Champions. In Europa Leage, invece, la vittoria al‘Olimpico manca dal 3 dicembre del 2009: 2 a 1 contro il Basilea. Se la striscia negativa finirà contro l’Astra Giurgiu coinciderà con la centesima vittoria di Spalletti in competizioni Uefa. Totti, alla presenza numero 99 nelle coppe continentali, può festeggiare insieme al suo tecnico: se fa centro, sarebbe il gol numero 100 con il toscano in panchina.
Ma, più che le statistiche individuali, i giallorossi sono chiamati a riabilitare il club che, da quando è sbarcata a Trigoria la proprietà Usa, ha ottenuto solo 3 successi nelle 23 partite disputate nei tornei continentali. Bisogna, insomma, cambiare rotta, cercando di portare questo trofeo nella capitale. Alzarlo a fine stagione garantirebbe l’accesso diretto alla prossima Champions (al playoff, invece, se fosse vinta da una società non qualificata per la nuova edizione).
AVVERSARIO MODESTO – La sfida dell’Olimpico è inedita per la Roma e per il nostro calcio: l’Astra Giurgiu non ha mai affrontato un club italiano. E si presenta da campione di Romania: proprio nel 2016 ha conquistato per la prima volta il titolo nazionale. In questa stagione, anche per la crisi societaria, la partenza è stata deludente. In classifica ha solo 11 punti, con 3 vittorie in 10 partite. Ma viene da 2 successi di fila. Il suo attaccante Alibec ha giocato 3 partite in serie A, 2 con l’Inter nel 2010 e 1 con il Bologna nel 2013, senza però segnare gol.